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Attualità giovedì 16 novembre 2023 ore 10:00

​L’ apertura del nuovo Giunti Odeon divide i fiorentini

Scalpore e stupore ma anche un po’ di sdegno tra chi riteneva intoccabile la storica struttura del vecchio cinema simbolo della città dal 1922



FIRENZE — L'inaugurazione del nuovo Giunti Odeon e lo stravolgimento dello storico teatro ha portato senza dubbio a qualche polemica contrapposta agli entusiasmi degli innovativi. Polemica dovuta un po’ anche allo spirito sempre critico quanto simpatico del fiorentino che si sa esser geloso del proprio patrimonio storico culturale ma che si basa su un effettivo intervento invasivo di una struttura sempre frequentata e simbolo di Firenze come il Teatro Cinema Odeon.

Ma vediamo che effetto fa visitarlo così nella sua nuova veste.

Già dalle vetrate si notano scaffali di libri anche all'ingresso e salta subito all'occhio la mancanza del chioschetto tipico della biglietteria. Chiedo conferma e pare che sia stato smantellato e non spostato, unica cassa è quella nuova moderna all'uscita sulla sinistra del palco ovvero in quella che era l'uscita di sicurezza della platea che si affaccia su via Sassetti.

I biglietti per le prioiezioni si acquistano solo “online” o tramite il totem all'ingresso che ha sostituito la biglietteria. È possibile conoscere la programmazione del cinema soltanto sul sito web, non è più disponibile il volantino con il programma mensile delle proiezioni che adesso è soltanto una al giorno alle ore 21.00 e con accesso esclusivamente dalla galleria, la cui caratteristica scala con il barettino sottostante in boiserie di legno, fortunatamente è ancora lì, inviolata. E qua si fa strada l'avversità al cambiamento con gli scaffali di libri che hanno preso spazio nell'ingresso e il posto della biglietteria.

Ma dopo qualche passo, l'entrata in platea è decisamente di effetto. Scaffalature centrali e laterali di libri ben suddivisi e organizzati hanno preso il posto delle poltroncine e sullo sfondo dell'ampio salone la proiezione di video e cortometraggi, due file di vecchie sedie da cinema per relax e letture sono state lasciate davanti al palco. Alzando lo sguardo la galleria e i suoi palchetti sono sempre là con qualche nuovo tavolino e sotto lo splendido soffitto a volta e il lucernario illuminato. Molti giovani e meno giovani sono lì seduti, stanno leggendo, studiando oppure stanno consultando e lavorando al pc. Dunque in questo nuovo progetto o concept, chiunque dalle 9.30 alle 20.30 può usufruire dello spazio con wi-fi gratuito e sostare tutto il tempo che desidera per studiare, leggere o lavorare nella parte della galleria; non a caso si vedono salire e scendere giovani e studenti con gli zainetti, niente male studiare all’interno del Teatro Odeon. Poi è rimasto anche il Caffè Odeon che continua ad ospitare chiunque desideri fare una pausa sia per gli esterni da Piazza Strozzi che per gli utenti dall’interno.

Slogan “un luogo fatto di libri, cinema e incontri”.

Il nostro Cinema Odeon è stato uno dei primi cinema-teatro d'Italia inaugurato nel 1922 e realizzato all'interno del Palazzo Strozzino (storico edificio costruito nel 1457 su progetto di Filippo Brunelleschi)

Con la sua acustica perfetta e il lucernario apribile ha fatto la storia del cinema nella nostra Firenze. Sono stati proiettati i film più belli della storia cinematografica e il primo film sonoro negli anni ‘30.

Ha ospitato grandi attori e registi come Alberto Sordi, Nino Manfredi, Salvatores, Tornatore, Ozpeteck e personalità. Ha fatto da palcoscenico alla Rivista di Macario e ai primi concerti jazz degli anni ‘50; memorabile per Firenze il duetto di Ella Fitzgerald e Louis Amstrong del 1952.

E sempre nel dopoguerra la proiezione di Via col Vento e i film di Walt Disney e Hitchcock e via sempre avanti.

L'Odeon è poi divenuto, un cinema di nicchia con proiezione di Original sound movies con sottotitoli in italiano lasciandosi alle spalle una storia lunga di grande audience. 

Da qua una riflessione: luogo profanato o valorizzato? Visitiamolo tutti traendone i pro e i contro con le giuste considerazioni.

Chiara Lam Nang
© Riproduzione riservata


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