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Attualità venerdì 27 gennaio 2023 ore 19:58
Affitto del Salone civico, polemica sugli incassi
Chiesto l'elenco degli eventi che si sono svolti negli ultimi tre anni. La maggioranza ha replicato alle opposizioni di sinistra e di destra
FIRENZE — La concessione del Salone dei Cinquecento per l'allestimento di eventi è finita in uno scambio di battute tra opposizioni e maggioranza, oggetto del contendere i ricavi dell'affitto ed il numero di eventi svolti con patrocinio del Comune di Firenze e relativo abbattimento dei costi.
Sul caso sono intervenuti i consiglieri di Sinistra Progetto Comune e di Fratelli d'Italia da prospettive sensibilmente differenti, mentre da una parte si invita ad aprire la porta a tutti "Salone sequestrato dalla giunta e dal sindaco", dall'altra si chiede conto dei pochi ricavi con una nota titolata "Fratelli d'Italia analizza gli incassi". La maggioranza sembra però replicare ad entrambi con lo stesso tono "La casa civica dei fiorentini aperta a manifestazioni dal chiaro valore sociale”.
I consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu Sinistra Progetto Comune hanno spiegato "Ci siamo voluti mettere a controllare tutti i provvedimenti pubblicati in relazione al Salone dei Cinquecento per il 2022, oltre 70. A prescindere dalla qualità e dal merito delle realtà a cui viene concesso con gli abbattimenti dei costi, è impressionante vedere come per decine di occasioni la Giunta faccia proprio l'evento, o dichiari interesse, mentre solo in pochissimi casi (si contano sulle dita di una mano) ci risulta sia mancato qualsiasi tipo di agevolazione. Riteniamo opportuno restituire completamente quello spazio alla cittadinanza e usarlo solo in momenti eccezionali voluti dalle istituzioni, magari salvaguardando sempre la Sala Macconi per le conferenza stampa ed evitando di precludere gli accessi principali di Palazzo Vecchio in occasione di alcuni eventi. Che senso ha prevedere la possibilità di affittare una parte così storica della città, se poi quasi tutti gli eventi si vedono riconosciuti importanti sconti? Siamo di fronte a un potere straordinario del sindaco e della Giunta, che decidono di disporre del Salone come più gli aggrada. Ovviamente negli anni più segnati dalla pandemia SARS-CoV-2 (2020 e 2021) la tendenza si era attenuta, ma il 2022 appena concluso descrive un quadro per cui non si può restare indifferenti. Il Salone dei Cinquecento non è il salotto del sindaco e della Giunta. Chiederemo formalmente di rivedere i regolamenti".
Il capogruppo di Fratelli d'Italia Alessandro Draghi spiega invece "La concessione e l'utilizzo del Salone dei Cinquecento è regolato dal disciplinare sulla concessione, in uso temporaneo, di ambienti di particolare rilievo architettonico storico artistico e paesaggistico. Tale disciplinare prevede il pagamento di una quota, eccezione fatta per alcune agevolazioni normate all'art 8: se l'evento o la cerimonia è "fatta propria" dall'amministrazione comunale, mediante una delibera apposita, è gratuita, oppure se presente una "dichiarazione di interesse" il concessionario è tenuto a pagare solamente un rimborso forfettario e gli importi relativi ai servizi accessori e alla eventuale chiusura del percorso museale. I dati raccolti sono evidenti: nel 2020 (anno della pandemia) gli eventi sono stati solo 23: 16 “fatti propri” e 4 con “dichiarazione di interesse" quindi pagando solo un forfettario; tuttavia solo in 3 casi è stata pagata la tariffa totale senza agevolazioni per un incasso totale di 270.715 euro. Nel 2021 nel Salone sono stati fatti 37 eventi, di cui 28 “ fatti propri” e 7 con “dichiarazione di interesse" ma solo 2 eventi "a prezzo pieno", per un incasso totale di 116.779 euro. Ma veniamo all'anno scorso (2022). Il Salone dove veglia Leone X dalla tribuna dell'Udienza è stato oggetto di concessione per un totale di 76 eventi di cui 56 “fatti propri” e 17 con “dichiarazione di interesse”, ma anche in questo caso solo 3 eventi sono stati senza alcuna agevolazione, per un incasso totale di 256.574 euro. Una delle sale più grandi della Toscana, nonché una delle più affascinanti del mondo, non dovrebbe produrre così misere entrate. Ho notato che si susseguono cerimonie e feste dentro di essa, ma a pagare l'intera tariffa sono molto pochi, nell'ultimo anno infatti neanche il 4% delle concessioni sono state fatte a tariffa piena".
Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio, replica “Stupiscono le polemiche pretestuose di Draghi e Palagi. Dovrebbe essere una nota di merito il fatto che l’amministrazione faccia propri gli eventi o conceda agevolazioni sugli spazi a onlus ed enti benefici o comunque a realtà che promuovono il territorio e la crescita culturale e sociale della collettività. Invece da destra e da sinistra ecco che non vengono risparmiate le solite critiche. Intanto va ricordato che esiste un regolamento approvato dal Consiglio comunale che va proprio in questo senso e l’interesse istituzionale viene concesso sulla base di queste precise disposizioni. Per Palagi o Draghi invece sarebbe più etico ‘fare cassa’ per iniziative del genere? Non ci pare proprio la strada da seguire. Al contrario è un fatto positivo che la casa civica dei fiorentini sia messa a disposizione con agevolazioni anche a realtà che altrimenti non potrebbero permetterselo, come tante associazioni, o ad iniziative dal valore sociale, spesso anche didattico o pedagogico”.
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