Attualità domenica 29 maggio 2022 ore 18:55
Scuola in sciopero, lunedì di mobilitazione
La mobilitazione è stata indetta da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief e si prevede un'elevata partecipazione. Manifestazione a Roma
TOSCANA — La settimana che chiude il mese di Maggio si apre domani con uno sciopero nazionale del comparto scuola, con una manifestazione di piazza a Roma. L'adesione alla protesta si profila massiccia visto che le sigle sindacali promotrici sono numerose: Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. In Toscana si parla di migliaia di lavoratori fra insegnanti e personale Ata, di cui ventimila lavorano nella sola Firenze.
La mobilitazione è motivata dai provvedimenti introdotti dal Decreto Legge 36/22, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1 maggio, il primo riguardante la formazione degli insegnanti (e la loro presunta valutazione), l’altro il reclutamento. Novità contestate duramente dai sindacati, come spiegato in una nota che riportiamo qui di seguito.
"FORMAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI INSEGNANTI
Il
sistema di formazione degli insegnanti disegnato dal Decreto prevede
che – solo in parte grazie ai fondi del PNRR – si attivi un sistema con
le seguenti caratteristiche:
- la formazione deve essere svolta rigorosamente fuori orario di lavoro, nel proprio tempo libero da impegni di scuola
-
tutti i docenti possono farla ma solo il 40% dei partecipanti riceverà
una gratificazione economica, peraltro risibile, a seguito di non ben
precisate valutazioni
- i soldi per tale gratificazione saranno ricavati dal risparmio ottenuto attraverso il taglio di 9.600 cattedre
-
i soldi per attivare i corsi di formazione di cui sopra saranno
sottratti alla cosiddetta Carta del Docente, un voucher attualmente destinato
ai docenti di ruolo per l’acquisto di libri, iscrizione a corsi di
formazione e aggiornamento, strumenti e software digitali per la
didattica.
Si tratta di una riproposizione – peggiorata – della Legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola,
perché in quell’occasione almeno erano stati stanziati fondi
aggiuntivi, seppur per un’operazione anche in quel caso deprecabile e
controproducente.
In questo caso addirittura si introduce un sistema che “cannibalizza” la scuola stessa, attraverso una sorta di “autotrasfusione” di risorse: per gratificare pochi docenti, ci rimette la scuola di tutti, con l’ulteriore taglio delle cattedre (oltre alla sottrazione di fondi già stanziati per i docenti).
SISTEMA DI RECLUTAMENTO DEI NUOVI INSEGNANTI
Il nuovo sistema di reclutamento che si vuole introdurre è strutturato su ben quattro livelli di selezione (con continue prove in entrata e in uscita, anche attraverso quiz), paragonabile a un percorso a ostacoli che non esiste in nessun’altra categoria di lavoratori. Più di un lavoratore precario, nelle recenti assemblee, l’ha definito una “gara di sopravvivenza” e altri l’hanno giudicato più estremo di un survival reality. Cosa ancora più grave, questo sistema così farraginoso e inutilmente involuto non servirà neanche a ridurre la “supplentite”, perché non prevede alcun percorso rapido di stabilizzazione dell’esercito di precari storici (quelli con almeno tre anni di insegnamento nelle scuole statali), senza i quali le classi delle nostre scuole sarebbero irrimediabilmente scoperte. Si ricorda che per la provincia di Firenze quest’anno i posti non coperti da personale di ruolo sono stati circa 2900, pari a un terzo del totale di cattedre degli istituti fiorentini.
RINNOVO CONTRATTUALE
Lo sciopero
è stato indetto anche per reclamare il rinnovo sia del Contratto
collettivo del triennio 2019-2021 (già scaduto), sia di quello
2022-2024, con lo stanziamento di risorse adeguate per riconoscere il
lavoro dei docenti e del personale ATA. Basti ricordare che, per quanto
riguarda i docenti, un insegnante ad esempio di Germania o Paesi Bassi
viene retribuito più del doppio di un lavoratore italiano (dati OCSE
2021) e un altro lavoratore pubblico con medesimo titolo di studio
(Laurea) è retribuito con uno stipendio mediamente più alto di ben 350
euro. Tra l’altro per le OoSs il rinnovo del contratto dovrebbe
essere l’occasione anche per regolamentare tanti altri aspetti, ivi
inclusa proprio la formazione, ma in modo serio e non improvvisato come
fa il Decreto.
Per i docenti e il personale tutto infatti la
formazione e l’aggiornamento sono elementi fondamentali della
professionalità, ma vanno inseriti nell’orario di lavoro – come avviene
per tutti gli altri settori lavorativi pubblici e privati – oppure
retribuiti se svolti in ore di straordinario.
CLASSI SOVRAFFOLLATE E TAGLIO DEGLI ORGANICI
Dopo le tante parole spese nei lunghi mesi dell’emergenza pandemica sul valore della scuola, della relazione educativa fra docenti e alunni, della ripresa delle attività in presenza, lo sciopero
sarà l’occasione anche per denunciare le tante promesse mancate di
questo governo sulla soluzione dell’annoso problema delle classi
sovraffollate.
Giusto un anno fa nel Patto per la Scuola
il Ministero dell’Istruzione e Palazzo Chigi si erano impegnati a
ridurre il numero di alunni per classe (ricordiamo che in provincia di
Firenze si hanno classi che raggiungono anche i 31/32 studenti). Niente
di tutto questo è stato realizzato, né è presente nei piani del governo,
che nel Documento di Economia e Finanza varato lo scorso aprile ha già
previsto di diminuire ulteriormente il numero di docenti e personale ATA
attraverso la diminuzione di mezzo punto di PIL, equvalente a circa 7
miliardi, accampando la motivazione della diminuzione delle nascite e
quindi degli alunni (fenomeno effettivamente molto evidente: nella sola
provincia di Firenze nell’a.s. 2022-2023 avremo in classe duemila
studenti in meno).
"È una posizione scellerata, che confligge con qualsiasi logica di buon senso - concludono Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Aniefnella nota - Se gli alunni diminuiscono e le classi sono numericamente più piccole, la didattica se ne giova, l’apprendimento migliora, gli studenti raggiungono risultati sempre più avanzati e la dispersione scolastica cala. Evidentemente per il governo Draghi e il ministro Bianchi le priorità non sono queste, ma restano sempre e soltanto le compatibilità economiche. Ciliegina sulla torta: l’organico aggiuntivo che in questi anni è stato indispensabile per garantire igienizzazione, sorveglianza e supporto agli studenti (soprattutto quelli più piccoli) non sarà più rifinanziato e al prossimo settembre non lo avremo più nelle nostre scuole; già da ora i Dirigenti Scolastici denunciano che non sapranno come fare a garantire l’apertura e l’ordinaria gestione".
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