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Lavoro martedì 07 marzo 2023 ore 19:00
Meno occupate, meno pagate: così lavorano le donne
Presentato dalla Cgil in vista dell'8 Marzo lo studio Ires sulle differenze di genere nell'occupazione in Toscana. Il part time dilaga fra le donne
FIRENZE — Meno occupate, meno pagate, spesso part time: è il ritratto dell'occupazione femminile in Toscana definito dallo studio Ires presentato oggi a Firenze in vista dell'8 Marzo nella sede della Cgil Toscana.
Le differenze di genere risultano evidenti, benché il tasso di occupazione femminile sia uniformemente in ripresa.
Ma il lavoro femminile è spesso (in quasi un terzo dei casi) a tempo parziale, così il monte ore lavorate risulta comunque inferiore a quello maschile per 267,4 milioni di ore l'anno.
Le toscane attive sul mercato del lavoro in età 15-64 anni sono il 67%, a fronte dell'80% degli uomini ma con performance complessivamente migliori rispetto a quelle nazionali.
Il gender gap è evidente anche nei salari orari lordi, che per le donne sono inferiori, così come i contratti sono più spesso che per i maschi intermittenti (12,9%), stagionali (17,3%), somministrati (12,2%).
L'analisi dei dati
L'occupazione femminile in Toscana insomma cresce ma non migliora, come ha sottolineato la ricercatrice Sandra Burchi: "A parità di mansioni, le donne percepiscono stipendi significativamente inferiori a quelli degli uomini, in Toscana il dato è del 2% in meno se si considera il salario mediano, ma ai due estremi, 10% con salari più alti e 10% con salari più bassi, il salario orario lordo delle donne è inferiore rispettivamente del 6,3% e dell’8,5%", ha spiegato.
Il presidente Ires Toscana Gianfranco Francese parla di quadro "fortemente critico" e argomenta: “In un contesto deteriorato riemerge con più forza la figura dell’uomo ‘bread winner’ che rappresenta la fonte di reddito principale dei nuclei familiari, relegando la donna ad un ruolo spesso ancillare nel mondo del lavoro che ne mina sia in termini di partecipazione che di salario le possibilità di una reale autonomia economica e di indipendenza personale”.
Dal coordinamento donne della Cgil Toscana Barbara Orlandi commenta: “Lo studio prodotto dimostra che, a fronte di una maggiore richiesta di lavoro da parte delle donne, il mercato del lavoro non è in grado di assorbirla e o l’assorbe garantendo lavoro povero, precario, saltuario e quasi sempre part-time. Ed è proprio il part-time ad essere la forma di accesso al lavoro delle donne maggiormente diffusa".
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