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Cronaca giovedì 25 gennaio 2024 ore 12:15
Frode con 140 società fantasma tocca la Toscana
False fatture per 1,7 miliardi di euro, 85 indagati e sequestri per 350 milioni di euro: così l'operazione "Fast & Clean" della guardia di finanza
ANCONA — Tocca anche la Toscana l'operazione "Fast & Clean" con cui la guardia di finanza di Ancona ha scovato una rete di 140 società fantasma, tutte sequestrate, capaci di operazioni illecite lampo e ripulitura del denaro tramite altri scambi commerciali inesistenti, col coinvolgimento di imprenditori in tutta Italia.
Le 140 imprese, individuate anche fra Firenze e provincia partendo da un'altra indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Senigallia, erano totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, addirittura domiciliate in luoghi improbabili se non ad indirizzi inesistenti. Ebbene: nel giro di soli due anni (2022-2023) hanno emesso fatture false per un miliardo e 700 milioni di euro.
Ecco dunque l'azione dei finanzieri che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente dell’importo di 350 milioni di euro fra conti correnti bancari, autovetture di pregio, denaro contante, beni di pregio ed unità immobiliari.
Ancora, sono stati eseguiti 34 decreti di sequestro preventivo d’urgenza nei confronti di altrettante imprese responsabili dell’evasione per l’importo di almeno 22 milioni di euro di Iva.
Oltre 30 le perquisizioni col blocco di 1.569 conti bancari e l’impiego di 100 uomini fra Milano e provincia, Roncello a Monza Brianza, Gallarate nel Varesotto, Montirone nel Bresciano, Firenze e provincia, Padova, Vittoria nel Ragusano.
Sono state sottoposte a sequestro preventivo 140 imprese, di cui è stata disposta la cancellazione per scongiurare la prosecuzione della loro attività, ed interdetta ogni attività presso il sistema bancario italiano.
Gli ulteriori approfondimenti hanno rivelato la presenza di centri di elaborazione dati al servizio di quelle imprese che garantivano a molteplici beneficiari, imprenditori italiani e cinesi, di evadere le imposte, riciclare il denaro mediante trasferimento all’estero e ottenere immediatamente, ed in maniera occulta, la retrocessione del profitto dell’attività illecita realizzata.
Il meccanismo
Secondo le indagini il meccanismo prevedeva l'emissione della falsa fattura da parte della società cartiera, con indicazione degli estremi del conto corrente italiano su cui eseguire il bonifico per il pagamento.
Giunto l’accredito, il gestore della cartiera disponeva un bonifico estero di pari importo sul conto corrente di una banca estera – direttamente o tramite triangolazione – giustificando l’operazione a titolo di pagamento di corrispettivo per operazioni di importazione di prodotti in realtà mai avvenute.
Gran parte dell’importo bonificato dall’utilizzatore della fattura falsa veniva restituito allo stesso imprenditore in denaro contante che gli veniva consegnato da 'corrieri'.
"La fenomenologia illecita accertata rientrerebbe nella fattispecie della cosiddetta underground bank - spiega la Finanza in una nota - ovvero il sistema di una banca occulta, al servizio dell’economia illegale, che grazie ad una struttura organizzata e complessa è in grado di trasferire e riciclare somme miliardarie e di utilizzare provviste di denaro contante, non tracciato, per la restituzione all’impresa destinataria delle fatture false di parte degli importi dalla stessa bonificati".
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