Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 18:15 METEO:FIRENZE18°  QuiNews.net
Qui News firenze, Cronaca, Sport, Notizie Locali firenze
venerdì 19 aprile 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
Turisti feriscono due cuccioli d'orso per farsi un selfie

Lavoro lunedì 05 settembre 2022 ore 19:59

Ex Gkn, nel piano spunta l'accordo di sviluppo

L'ultima novità è la scelta di utilizzare il veicolo dell'accordo di sviluppo che permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti



ROMA — Il piano industriale per la rinascita della ex Gkn è stato presentato dall'imprenditore Francesco Borgomeo nel corso del tavolo convocato dal Mise, aggiornato a oggi pomeriggio dopo la sospensione del 31 Agosto scorso. L'intervento era atteso dai sindacati per definire il ruolo dei possibili investitori o per valutare l'impegno diretto di Qf nella reindustrializzazione. 

La novità spuntata durante l'incontro è la proposta di utilizzare il veicolo dell'accordo di sviluppo, che permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti.

Un maggiore sforzo di chiarezza da parte della proprietà per il rilancio dell’ex Gkn di Campi Bisenzio, in particolare sul ruolo delle aziende che al momento partecipano solo al consorzio e in via generale sul piano industriale, questa la richiesta formulata dalla Regione Toscana di fronte alla bozza di istanza di contratto di sviluppo per la reindustrializzazione del sito. Presenti il consigliere per il lavoro e le crisi aziendali del presidente assistito da Arti, dall’Unità di crisi regionale e dal direttore della direzione competitività della Regione Toscana. La Regione ha preso atto della prefigurazione di un accordo di sviluppo ma ha chiesto maggiore assunzione di responsabilità da parte dei soggetti che fanno parte del consorzio ed un chiarimento sull’attivazione degli ammortizzatori sociali e su questo fronte auspica che l’ad di Qf ragguagli al più presto istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori, sull’interlocuzione con il Ministero del Lavoro e con l’Inps.

Nelle prossime ore la Regione Toscana affiancherà Mise e Invitalia nelle verifiche necessarie per consentire l’avanzamento dell’iter dell’accordo e del conseguente contratto di sviluppo.

Le reazioni dei sindacati

In una nota congiunta Simone Marinelli, responsabile settore automotive per la Fiom nazionale e Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze-Prato-Pistoia fanno il punto della situazione “Il piano industriale presentato oggi da Borromeo al tavolo del Mise rimane fumoso e privo di dettagli, senza effettivi sviluppi su cronoprogrammi e senza certezze sulle prospettive di mercato. L'unico elemento di novità che è stato introdotto oggi è la scelta di utilizzare il veicolo dell'accordo di sviluppo, che permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti. Ciò dà la garanzia che il piano industriale presentato sia vagliato e monitorato dalle istituzioni pubbliche, come da tempo richiesto dalla Fiom e permette in futuro l'ingresso di ulteriori investitori o partner pubblici o privati. Un piccolo segnale di cambiamento rispetto a come Qf fino a oggi ha voluto gestire il tavolo, cambiando ogni volta le carte. Ora si deve aprire la fase più delicata che deve entrare nel merito degli investimenti e del programma di ripartenza dello stabilimento. È necessario dare certezze sui modi riducendo sensibilmente i tempi. Il confronto deve partire da quanto stabilito dall'accordo quadro di Gennaio e deve vedere la partecipazione e la condivisione con Rsu, sindacati e lavoratori. Contemporaneamente deve proseguire il lavoro del Comitato di proposta e verifica per continuare a vagliare ulteriori progetti che possono essere portati a Campi Bisenzio e che potrebbero diversificare l'attività. Infine ribadiamo che lo stabilimento è agibile ed è sempre stato tale, per cui non può e non deve essere elemento di discussione che viene portato dall'azienda su ogni tavolo di confronto".

La Unione sindacale di base in una nota commenta così l'incontro "Il tavolo odierno presso il Ministero dello sviluppo economico non sembra aver dipanato i numerosi dubbi sul reale valore del progetto della Qf Spa di Borgomeo che oggi ha presentato di fatto in modo formale la bozza di piano di sviluppo che in linea teorica dovrebbe portare al contratto di sviluppo, strumento di intervento finanziario istituzionale simile all'accordo di programma. Il tempo passa, che piaccia o meno la verifica istituzionale prenderà altro tempo. Ricapitolando: i famosi investitori non ci sono, Qf di fatto balla da sola, e per poter muovere i suoi primi passi deve chiedere un intervento di stato a coprire quasi la metà dei finanziamenti necessari a far partire la produzione. In più questo avviene in assenza di un know-how specifico o una presenza sul mercato pregressa. Specifiche su cui subentra sempre sibillina la questione del consorzio contenente "informalmente" i potenziali investitori e detentori di quel know-how e fette di mercato che servono a reggere tutta la partita. Per Usb continuano esserci troppe incognite ed al tavolo ha chiesto con forza che si intervenga affinché emergano formalmente e con chiarezza gli investitori se ci sono. È inaccettabile che l'azienda ponga pregiudiziali (come quella di rimuovere il presidio davanti lo stabilimento) quando è evidente che la mancanza di chiarezza sta portando ad una spirale di sfiducia nei confronti di Borgomeo quasi senza ritorno. Deve esserci un piano, deve esserci il coraggio e gli impegni di chi vuole investire. E questi impegni garantiranno gli strumenti che servono a portare avanti il progetto industriale. Prendiamo atto dell'apertura della partita sul contratto di sviluppo che ovviamente consegna grosse responsabilità alle istituzioni, a cui è consegnato il compito della verifica della fattibilità, su cui noi oggi abbiamo richiamato la responsabilità, l'attenzione sulla trasparenza nei passaggi dove continuiamo a rivendicare la necessità di un nostro coinvolgimento".

"Senza fondi pubblici, Qf non sta in piedi" così commenta la Rsu dei lavoratori. "Senza un contributo di 3 a 1 da parte del pubblico non c'è piano industriale. Ma a sua volta Qf è oggi una contoterzista senza ricerca e brevetti. A questo punto la collettività deve pretendere che insieme all'intervento con soldi pubblici, ci sia un controllo e un piano pubblico. È così, è come sapevamo, è come diceva il Collettivo di Fabbrica. E se avessero ascoltato il nostro piano di reindustrializzazione ora avremmo una fabbrica socialmente integrata al servizio del territorio. E così alla fine dovrà essere. Noi siamo la classe operaia che si fa classe dirigente. Sapremo prenderci le nostre responsabilità, senza lagnarsi e con gioia. Firenze, territorio, solidali, ci vediamo presto. Stiamo appiccicati - conclude l'Rsu - perché qua rimarremo fino alla fine".


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno