Attualità giovedì 16 settembre 2021 ore 16:20
Giovani contadini al G20 "Non rompeteci i meloni"
Mobilitazione dei giovani agricoltori con un appello ai grandi del mondo per la difesa del lavoro agricolo durante il G20 in piazza Santa Croce
FIRENZE — Per l’inizio del G20 sono arrivati da tutta Italia i giovani contadini che si sono dati appuntamento in piazza Santa Croce a Firenze per l’avvio della protesta contro il furto e la distruzione di terra fertile.
Sul posto tra trattori, balle di fieno, campanacci, vanghe e prodotti tipici. "Le nuove generazioni – sottolinea la Coldiretti – rischiano di pagare più di altre il prezzo dei cambiamenti climatici, delle speculazioni sulla terra e del land grabbing ossia la corsa all’accaparramento di terre e produzioni agricole da parte dei Paesi più ricchi favorito dalla pandemia Covid".
Una situazione che ha acceso la protesta dei giovani agricoltori con cartelli sui quali si leggono appelli in italiano e in inglese: “No farmers no party”, “Non rompeteci i meloni”, “Mangia locale, pensa globale”, “Stop consumo di suolo”, “No land no food”, ma anche “Save the planet, eat local”, “farmers feed the planet”, “Dalla parte della terra….sempre!”, “Stop landgrabbing”, “Tenete i piedi per terra”, “Scendete dal pero” e anche un cartello con “Ne abbiamo le balle piene” con l’immagine di grandi balle di fieno.
La manifestazione dei giovani agricoltori della Coldiretti apre il G20 contro il rincaro del 32% delle materie prime agricole dovuto alle speculazioni sulla terra in Piazza Santa Croce mobilitazione dei giovani agricoltori con un appello ai grandi del mondo per la difesa del lavoro agricolo, per fermare una deriva pericolosa che ha effetti dirompenti sull’economia e sulla vita delle persone.
A tirare la volata sono i cereali con una crescita del 44% ma aumentano anche carne, latte e zucchero per effetto delle manovre finanziarie sul cibo che stanno “giocando” senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi. Con la pandemia da Covid – continua la Coldiretti – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione.
"La pandemia Covid – dicono i giovani agricoltori del G20 - ha messo in luce diverse difficoltà nelle aree rurali, soprattutto a causa del divario digitale e delle infrastrutture che sono ormai fattori chiave per l'attività agroalimentare. I giovani agricoltori sono in prima linea nella ricerca e nell'adozione di tecnologie innovative per contrastare e adattarsi ai cambiamenti climatici. Grazie all'agricoltura – ricordano i giovani - le emissioni di carbonio sono compensate dalle capacità delle coltivazioni di catturare e immagazzinare tali emissioni".
"La pandemia – affermano i giovani agricoltori del G20 - ha accorciato la distanza tra l'agricoltore e i consumatori con lo sviluppo dei farmers market e ora ci si aspetta che i governi rafforzino questa tendenza sostenendo il ricambio generazionale nel settore agricolo e nell'intera filiera agroalimentare. Durante il lockdown l’agricoltura è stata concepita come attività essenziale e strategica, indispensabile per garantire l'accesso a cibo".
Per questo è fondamentale rendere la filiera agroalimentare equamente remunerativa dall'agricoltore al consumatore passando per tutti i lavoratori e la logistica. Questa iniquità deve essere superata al più presto con i contratti di filiera in cui il prezzo pagato agli agricoltori non può mai essere inferiore ai costi di produzione. E’ fondamentale – evidenziano i giovani agricoltori del G20 - sviluppare un modello di filiera agroalimentare che garantisca in modo universale l’accesso ad un cibo sano, equo e culturalmente adeguato.
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