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Attualità sabato 01 gennaio 2022 ore 15:54

Via al restauro della Terrazza Vasariana sull’Arno

Vista impareggiabile su Ponte Vecchio e meta imprescindibile dei turisti, ma è stata deteriorata dagli agenti atmosferici e necessita di un restauro



FIRENZE — Consente l’affaccio sull'Arno dal Lungarno Anna Maria Luisa dei Medici, con alle spalle il piazzale degli Uffizi, è la terrazza Vasariana con una vista impareggiabile su Ponte Vecchio e meta imprescindibile dei turisti. L’esposizione agli agenti atmosferici ne ha causato il progressivo deterioramento e per la Terrazza Vasariana è giunto il momento del completo restauro.

I lavori prevedono un costo di 300 mila euro, cominceranno in primavera e dureranno sei mesi. La delibera è stata firmata dal sindaco e assessore alla cultura Dario Nardella.

“Non smettiamo mai di prenderci cura del nostro patrimonio artistico e architettonico - rileva il sindaco Nardella -. La manutenzione, la conservazione e la valorizzazione dei nostri beni culturali non sono venute meno neppure durante il periodo più duro della pandemia e ci sembrano un’occasione da non sprecare per la ripartenza. Da questa Terrazza offriamo una delle viste più suggestive di Ponte Vecchio e vogliamo che anche le balaustre, i corrimano, gli elementi in pietra ma anche tutta la parte sottostante, invisibile ai più, siano riportati alla bellezza originaria”.

La Terrazza, come ogni altro bene all’aperto, soffre per l’esposizione a pioggia, freddo e sole. Le operazioni di restauro prevedono sia il recupero degli elementi lapidei che compongono la balaustra, le cornici, le mensole che sorreggono le volte, gli intonaci, e infine il consolidamento strutturale anche della parte superiore.

Sarà tolta la vegetazione infestante e saranno effettuate operazioni di pulitura a mano e con impacchi chimici. Ove necessario si effettueranno stuccature e sigillature, nonché il consolidamento della muratura. Per operare il consolidamento strutturale si rende necessario provvedere alla rimozione della pavimentazione in pietra della terrazza e del piccolo marciapiede fino alla carreggiata e al consolidamento del sottofondo e del massetto. A intervento eseguito sarà rimesso il lastrico originale. Le finestre sotto le volte saranno dotate di nuove reti antivolatile.

Il cantiere inizierà a primavera quando l’acqua dell’Arno sarà più bassa e consentirà di lavorare senza rischi di piene.

Già nel decennio del 1540-50 il Duca Cosimo I dè Medici aveva concepito l’idea di riunire le maggiori corporazioni e le funzioni amministrative e direzionali della città nell’area della Piazza Ducale. Nel 1546 aveva fatto aprire la strada dal Palazzo ducale all’Arno, con l’intento di costruire un edificio per accogliere tredici delle principali Magistrature dello Stato mediceo. Ma solo con l’arrivo a Firenze di Giorgio Vasari l’idea si concretizza: in soli quattro mesi, nel 1560, il modello è pronto e sotto la sua direzione vengono iniziati i lavori di realizzazione degli Uffizi. Nel 1574 alla morte di Cosimo e del Vasari, avvenute in pochi mesi l’uno dall’altro, il primo l’edificio è in gran parte, ma non definitivamente completato. La piazza degli Uffizi stretta tra gli edifici si configura nello stesso tempo come piazza-cortile, ma anche come percorso. Interessante nella qualificazione come ‘interno’ dello spazio degli Uffizi è l’utilizzo della pietra ‘serena’, usualmente utilizzata nei cortili interni, al posto della pietra ‘forte’. Già alla fine del Quattrocento, per influsso dell’architettura del Brunelleschi, si era diffuso l’uso della pietra serena che rispetto alla pietra forte richiede una maggiore protezione dagli agenti atmosferici. Nella fabbrica degli Uffizi il Vasari risolve questa problematica con la realizzazione di una gronda con aggetti di oltre due metri che costituisce un elemento essenziale dell’architettura degli stessi. La fabbrica inoltre è una esperienza interessante di tecnica costruttiva; infatti l’impiego di armature metalliche della pietra ed altri accorgimenti nell’apparecchio delle pareti, consentono di realizzare una continuità strutturale. Vasari era cosciente dell’importanza di queste soluzioni tecniche e riservò il capitolo introduttivo delle Vite alla loro descrizione.


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