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Attualità venerdì 16 agosto 2019 ore 18:00

Trenta anni di servizio per l'angelo del sottovia

Era il 1989 quando è arrivato per la prima volta nel sottopasso, dopo trenta anni di allagamenti e leggende metropolitane spera nella riqualificazione



FIRENZE — Oggi Totò, al secolo Salvatore Orlando, guarda alla nuova piazza delle Cure come Salvatore Di Vita assisteva al crollo del Cinematografo in Nuovo Cinema Paradiso. "Speriamo bene" commenta l'angelo del sottopassaggio che quest'anno festeggia trent'anni di servizio pubblico. Da alcuni mesi, per la precisione con la partenza dei lavori in superficie, Totò ha inviato una lettera al sindaco Dario Nardella, protocollata in Palazzo Vecchio, nella quale auspica un intervento di riqualificazione anche per il sottopassaggio. Una proposta raccolta dalla Commissione Urbanistica della precedente legislatura che con il presidente Leonardo Bieber ha proposto un invito a Rfi per un intervento sulla struttura. "Non ho più saputo niente - commenta Totò - ma nella lettera ho spiegato che in caso di lavori io me ne dovrei andare ed ho indicato tutte le cose che non vanno".

"Sono arrivato qui nel 1989, ci sono stato per 5 anni a tempo determinato e per 25 a tempo pieno" racconta. Ha vissuto la fine degli anni '80 quando la droga di strada non era solo per la vendita "mi sono trovato davanti giovani con la siringa nel braccio ai quali ho chiesto di non drogarsi e di parlare con me dei loro problemi". "Il locale che oggi tutti vedono quando passano nel sottopassaggio era un vano tecnico pieno di sporcizia e di scarafaggi - spiega - mia madre è venuta a mancare, mi ha lasciato qualche soldo e l'ho speso qua dentro, con l'aiuto di qualche passante. Perché a me gli amici non sono mai mancati. Qui la gente mi rispetta perché sa l'attività che svolgo". Mentre ripercorre alcuni momenti di vita vissuti all'interno di quella che oggi appare come una galleria internazionale della street art in un quartiere dalle mille sfaccettature che vive tra il mercato rionale ed i negozi di vicinato con una continuità quasi fuori dal tempo, tornano a galla le composizioni musicali, le serate con la fisarmonica ed i tanti volti che si sono avvicendati e molti dei quali non ci sono più. 

Totò ma chi te lo ha fatto fare? La risposta è un tour in tutti gli angoli in cui la struttura ha presentato crepe e cedimenti "Da questo lastrico ogni volta che piove cade acqua che sembra una cascata. Qualcuno deve pulire altrimenti succede un casino" ed ancora "ad un certo punto hanno aperto un'altra entrata a metà della sede ferroviaria, ma non è mai stato messo uno specchio e così spesso capita che i pedoni vengono investiti dalle biciclette, solo poche settimane fa un bambino è stato colpito".

Mentre parla i passanti lo cercano con lo sguardo per un saluto, una stretta di mano o un bacio sulla guancia. "Mi chiamano l'Angelo del sottopasso, ma sopra, per le strade ci sono altri Angeli, quelli del Bello. E perché qui non è bello? Qui gli artisti vengono perché ci sono io. Quando è venuto il Papa ho persino comprato dei fiori ed era tutto pulito e profumato, ma nel tempo sono venuti meno anche gli aiuti economici. Sarebbe bastato avere qualcosa per i detersivi, spero non siano toccati ad altri che poi qui neppure ci vengono". 

E' esplosa nuovamente la polemica sui sottopassaggi di Firenze, qualcuno propone di chiuderli, per sicurezza "Oggi la sicurezza è diventata un tema di scontro politico e culturale, ma nessuno si ricorda il passato. Quando ancora non si parlava di migranti io, qua sotto, ho avuto a che fare con decine di stranieri ed ho visto volare coltelli. Erano gli anni '90, cosa ne sanno i giovani di oggi che vorrebbero le telecamere ovunque. Io ho visto tante cose con questi occhi perché qui sono passati tutti per andare agli eventi importanti agli spettacoli ed alle manifestazioni sportive". E come si combatte il fenomeno? "Con il controllo, con il presidio. Totò è stato un presidio con le parole prima di tutto perché la violenza è stupida ed è inutile, però non ho mai permesso che mi mettessero le mani addosso ed ho sempre difeso i passanti, a costo di restare ferito". 

E oggi, dopo 30 anni? "Non ho mai chiesto un premio oppure un riconoscimento, ma in questi trent'anni ci ho sempre messo il cuore. Scrivilo". 


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