Cronaca mercoledì 23 dicembre 2020 ore 12:21
Scippatori con la mascherina traditi dagli errori
Già arrestati per uno scippo sono stati accusati di altri episodi dopo i riscontri forniti dalle telecamere che hanno evidenziato i loro errori
FIRENZE — Hanno agito indossando casco e mascherina chirurgica ma le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso lo scooter e l'abbigliamento usati per commettere altri scippi con strappo sulle strade di Firenze.
Due cittadini marocchini di 26 e 27 anni già arrestati nel Maggio scorso dopo lo scippo di una donna di nazionalità cinese in via Montegrappa sono ritenuti responsabili in concorso di almeno altre due rapine in strada.
Il primo episodio è la rapina di una catenina d’oro strappata dal collo di un cittadino cinese il pomeriggio del 3 Maggio in piazza Indipendenza. Il secondo una tentata rapina della borsa di una donna, sempre di nazionalità cinese, avvenuta il 10 Maggio nella zona di via Pistoiese. Secondo quanto emerso, in quest’ultimo caso la vittima sarebbe stata colpita con un pugno alla testa e trascinata. La donna ha riportato tumefazioni e il distacco parziale della falange di una mano.
Si sono rivelate determinanti le riprese della videosorveglianza cittadina, grazie alle quali gli investigatori hanno potuto isolare ogni singolo capo d’abbigliamento indossato dai malviventi al momento delle due rapine. Le immagini hanno permesso anche di individuare lo scooter rubato utilizzato dai rapinatori e di ricostruire i loro percorsi. Le modalità di esecuzione dei colpi, l’utilizzo dello stesso ciclomotore, nonché la coincidente descrizione degli autori, hanno portato gli investigatori a ritenere che entrambe le azioni delittuose erano riconducibili agli stessi soggetti.
Il loro successivo arresto, eseguito dalla Squadra Mobile di Firenze il 17 Maggio 2020 per lo scippo di via Montegrappa, ha portato gli inquirenti al sequestro nella loro dimora fiorentina di vestiti ed accessori compatibili con quelli che avevano indosso i rapinatori ripresi dalla videosorveglianza.
Sulla base degli elementi riscontrati nel corso dell’attività investigativa la Procura ha richiesto ed ottenuto la misura della custodia cautelare in carcere. L’ordinanza è stata notificata agli interessati al carcere di Sollicciano dove entrambi erano già detenuti.
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