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Attualità mercoledì 02 febbraio 2022 ore 18:13

Lo strano caso dell'orologio che non si ripara più

L'orologio ad impulsi elettromagnetici creato negli anni '30 è impossibile da riparare. Il caso dell'orologio di Santa Maria Novella diventa un giallo



FIRENZE — Nessuno sarebbe in grado di ripararlo, a sorpresa l'appello di ripristinare l'orologio vintage di Santa Maria Novella diventa un giallo.

Quello che sembra il sequel di Hugo Cabret, il film di animazione diretto da Martin Scorsese con il piccolo orologiaio che vive nelle soffitte della stazione di Parigi, a Firenze è più semplicemente una storia di straordinaria manutenzione.

La risposta di Grandi Stazioni all'interrogazione nata dalla segnalazione della cittadinanza è senza speranza.

I consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu con Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani che si sono interessati del caso sono intervenuti commentando "C'è un orologio, storico, all'interno della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella: fa parte dell'impianto originale e quindi "non può essere rimosso", ci scrive Rete Ferroviaria Italiana. Però non funziona. E rimarrà non funzionante, ci è stato fatto sapere. Perché i meccanismi sono usurati, perché funzionava con un sistema a impulsi polarizzati caduto in disuso, perché il tutto risulta molto vulnerabile a sollecitazioni elettriche, meccaniche e termiche. La risposta a una nostra interrogazione, nata dalla segnalazione della cittadinanza e raccolta da QUINewsFirenze, è una nota esaustiva sulle ragioni per cui l'orologio interno non funziona. Palazzo Vecchio si è limitato a inoltrare, senza alcun commento da parte della Giunta. Quindi, nel 2022, non si può farci nulla, è la sostanza? C'è un orologio che non funziona, non lo si può togliere (per fortuna!) perché storico, ma rimane come mero oggetto estetico non funzionante?".

"Non abbiamo le competenze per poter offrire soluzioni, ma vorremmo capire se quella tecnologia in uso era una sorta di dono extraterrestre che una civiltà aliena si è ripresa.
Vorremmo sperare che nel XXI secolo non ci si debba rassegnare a questo stato di cose, chiarendo che per quanto ci riguarda meglio così che vederlo tolto, ma sperando ci possano essere soluzioni" hanno concluso i consiglieri. 

Risposta alla interrogazione - Consigliere Francesco Torrigiani

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