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Cronaca mercoledì 04 agosto 2021 ore 14:34

Rifiuti non autorizzati sul furgone della figlia

mezzo dei carabinieri forestali

I carabinieri hanno sequestrato un autocarro con a bordo circa 30 chili di metalli di scarto, non pericolosi ma del tutto irregolari



FIRENZE — I rifiuti ci sono, le autorizzazioni però mancano. Così ieri i carabinieri forestali di Firenze e di Peretola durante un posto di controllo in via Malaparte hanno sequestrato un autocarro e i circa 30 chili di materiali prevalentemente metallici di scarto che erano caricati a bordo.

L'uomo alla guida del mezzo - alla richiesta della dovuta Iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali e del formulario identificazione rifiuti (Fir) o altra documentazione relativa al trasporto dei rifiuti contenuti nel vano carico, nonché a richiesta di notizie sull’origine di tali rifiuti - ha dichiarato di aver ritirato i rifiuti da un privato e di non essere in possesso di alcuna autorizzazione e documentazione.

Il furgone era intestato alla figlia, titolare di una regolare ditta di raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi ma con un altro mezzo autorizzato al trasporto di rifiuti, non quello. I militari hanno quindi chiesto di vedere il materiale trasportato.

Il carico consisteva in rifiuti speciali non pericolosi, in prevalenza metallici, per un peso approssimativo di più di 30 chili tra split di condizionatori smontati, una piastra elettrica per cucinare, bobine di rame, un motore a iniezione, una pompa idraulica, una bilancia professionale completa di pedana. I carabinieri ne hanno dedotto che, oltre alla raccolta e trasporto, il soggetto fosse dedito anche a una attività grossolana di cernita e trattamento di rifiuti.

Nei suoi confronti si è dunque configurato il reato di gestione illecita di rifiuti, prodotti da terzi, in assenza della necessaria iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali. I carabinieri forestali hanno dunque sequestrato dell’automezzo e i rifiuti trasportati. Sulla base del testo unico ambientale hanno anche disposto l'ammissione al pagamento, in sede amministrativa, di 6.500 euro a estinzione del reato contravvenzionale in quanto la condotta non ha portato a modifiche permanenti alle matrici ambientali.


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