Attualità domenica 10 maggio 2020 ore 18:27
Per gestire il Covid servono nuovi spazi urbani

Ne sono convinti gli architetti fiorentini che hanno rivolto un appello per raccogliere testimonianze sulle nuove esigenze dovute all'epidemia
FIRENZE — L'emergenza sanitaria sta condizionando la vita dei cittadini costretti ad inventarsi nuovi spazi di manovra e nuovi tempi di reazione, in poche parole una nuova urbanizzazione. L'esempio delle spiagge con ombrelloni su misura e box in plexiglas è oramai ben chiaro, ma a cambiare sono anche le città.
Ad iniziare dalle pedane per la somministrazione di cibi e bevande, dibattute per anni ed oggi superate dalla previsione di concedere ampi spazi di suolo pubblico ai tavolini, per arrivare agli asili nido e scuole, ma anche locali commerciali e postazioni di lavoro. Tutto a distanza di sicurezza con nuove traiettorie di ingresso e uscita, di attesa e di visita con flussi che non si possono incontrare, ad esempio per i musei.
La Fondazione degli Architetti di Firenze ha pensato di raccogliere i contributi di imprenditori, economisti, filosofi, artisti e di tutti coloro che possono raccontare come stiano vivendo questo periodo e quali siano i nuovi conflitti e le prospettive dal loro punto di vista. “Siamo convinti che la contaminazione tra le varie competenze giochi un ruolo chiave nell'individuazione di nuovi indirizzi e sia l'unico approccio in grado di suggerire soluzioni creative alle criticità" ha detto la presidente Colomba Pecchioli.
si chiama #chipensacosa, la piattaforma in cui saranno raccolti i contributi per indagare i possibili scenari che si aprono sul futuro in seguito all'emergenza coronavirus, un terreno di dibattito e confronto che ispirerà una contaminazione e un dialogo interdisciplinare tra le diverse professionalità coinvolte. La Fondazione ha avviato un'indagine aperta chiedendo la partecipazione attraverso brevi video racconto. Sono diversi i soggetti a cui è stato chiesto di inviare il proprio contributo e sono già iniziate ad arrivare le prime risposte: i video sono raccolti sul sito della Fondazione.
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