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Spettacoli martedì 19 dicembre 2017 ore 23:00

Nothingwood Party

A La Compagnia il film-documentario di Sonia Kronlund presentato al Festival di Cannes 2017. Dal 19 al 31 dicembre.



FIRENZE — Si può raccontare storie in un paese perennemente in guerra? Si può far ridere, anche di un regime ferreo e censorio come quello afghano? Salim Shaheen crede di sì, e lo crede anche Sonia Kronlund, documentarista da tempo impegnata a raccontare l'Afghanistan attraverso storie di dolore, di violenza, di privazione. L'incontro tra i due filmaker è a suo modo sconvolgente. L'Occidente della pace, dei soldi, del cinema-che-racconta-la-realtà, incontra un Oriente perennemente in guerra, martoriato dalle bombe eppure capace di ridere di se e con se stesso, capace di creare storie che, a partire da una realtà amara e triste, diventano occasione per svagarsi e pensare al mondo come potrebbe essere. Certo, il linguaggio cinematografico di Shaheen è primitivo, istintuale, frutto di una non-formazione che è espressione libera di una voglia di raccontare, intrattenere e diventare famosi attraverso le pellicole. Perché essere ricordati, in un Paese in cui si muore parecchio ogni giorno, è già un grande risultato. Eppure l'esito di questo incontro, che incrocia le paure di un'occidentale per i rischi che si corrono a muoversi nel Paese e la sbruffonaggine di chi in quel clima c'è nato e cresciuto e pertanto lo vive come normale, è un documento potente di cosa il cinema – fatto anche senza soldi, sgangherato, approssimativo nella recitazione, nelle riprese, in tutto – può fare, raccontare, immaginare oltre i confini di una realtà dura. E' l'incontro tra un uomo e una donna divisi da visioni del mondo molto diverse – alla richiesta di poter intervistare le mogli e le figlie di Shaheen la risposta è negativa, loro non vogliono apparire in video. Non è vero e sia Salim che Sonia lo sanno, ma così è, e non si va oltre – ma accomunati da un linguaggio a suo modo universale, quello delle immagini in movimento.

Nothingwood Party diventa così un viaggio da fare, per ridere, riflettere e conoscere un po' un Paese che sarà difficile poter visitare fisicamente in un prossimo futuro, ma che è culla di una civiltà millenaria di cui da oggi, lo abbiamo scoperto, fa parte anche un cinema fatto di nulla se non di puro racconto.


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