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Arte mercoledì 23 dicembre 2015 ore 13:37

Eccentrico Portelli fra Rosso e Vasari

Sono 50 le opere del pittore toscano del '500 Carlo Portelli ospitate per la prima volta in una mostra dalla Galleria dell'Accademia di Firenze



FIRENZE — Dalla monumentale pala d'altare "L'immacolata concezione" alla "Trinità di Santa Felicita", passando per "l'Annunciazione di Loro": queste alcune delle opere protagoniste della mostra "Carlo Portelli. Pittore eccentrico tra Rosso fiorentino e Vasari", visitabili fino al 30 aprile alla Galleria dell'Accademia di Firenze. L'esposizione è curata da Lia Brunori e Alessandro Cecchi.

Tra i lavori dell'artista in mostra, oltre alla "Concezione", anche altre pale, come la Trinità di Santa Felicita, l'Annunciazione di Loro, la Disputa sulla Trinità di Santa Croce e l'Adorazione dei Pastori di San Salvi

Intorno alla famosa pala d'altare L'immacolata concezione, tavola visionaria e neo rossesca che scandalizzò lo storiografo Raffaello Borghini per l'esibizione sfacciata e irriverente delle nudità di Eva, sono stati raccolti in una mostra tutti i dipinti attendibilmente ascrivibili al Portelli e, grazie a nuovi studi e ricerche intrapresi per l'occasione, è stato possibile definirne una volta per tutte il ruolo nel panorama della pittura fiorentina dell'età vasariana. 

Portelli, giunto a Firenze da Loro Ciuffenna, si sarebbe formato, secondo il Vasari, nella bottega di Ridolfo del Ghirlandaio e nel 1538 si era già iscritto alla Compagnia di San Luca o dei Pittori

L'anno dopo collaborava già col Salviati all'apparato per le nozze di Cosimo I con Eleonora di Toledo, portando a compimento un dipinto effimero con l'Incoronazione di Cosimo I di cui esiste il disegno preparatorio dello stesso Salviati al Louvre ed esposto in mostra. 

Le imponenti pale d'altare da lui realizzate ed esposte in mostra documentano la sua attività. La pala con la Trinità di Santa Felicita, da datarsi poco dopo il 1544, lo rivela un artista che sa già orchestrare una composizione. Poi ha dato inizio ad una intensa attività di pittore di soggetti religiosi come l'Annunciazione di Loro, Disputa sulla Trinità di Santa Croce e Adorazione dei Pastori di San Salvi. 

Due anni più tardi dipingeva il Martirio di San Romolo, di cui è conservato al Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi uno studio preparatorio. 

Iscritto nel 1563 alla appena fondata Accademia del Disegno, lo sarebbe rimasto fino alla morte, nel 1574. In questi anni, accanto ad una produzione di pale d'altare come il Compianto di Loro del 1561, l'Immacolata Concezione del 1566, la Restituzione della Croce di Olmi del 1569, e il Cristo che predica con i Santi Giovanni Battista ed Evangelista e i committenti, di Colle di Buggiano del 1571, avrebbe soddisfatto le richieste di una committenza privata desiderosa di Sacre Famiglie e Allegorie della Carità, cimentandosi con successo anche nel genere ritrattistico come testimoniano i dipinti di Chaàlis e il Ritratto allegorico e celebrativo di Giovanni dalle Bande Nere di Minneapolis. 

Dopo aver lavorato all'apparato del 1565 per le nozze di Francesco de' Medici e di Giovanna d'Austria, con pitture a Borgonissanti e all'arco al Canto della Paglia, avrebbe chiuso la sua carriera con la collaborazione all'impresa dello Studiolo del Principe in Palazzo Vecchio, di cui rimane testimonianza nel suo disegno raffigurante Alessandro Magno e la famiglia di Dario. 


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