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Attualità mercoledì 21 aprile 2021 ore 18:50

Guide turistiche abbandonate nella crisi Covid

La presidente ConfGuide racconta a QUInewsFirenze la vita delle guide turistiche durante la pandemia che ha visto sparire i turisti e chiudere i musei



FIRENZE — La pandemia ha avuto molte ricadute e tanti effetti, il più suggestivo è stato lo svuotamento delle città turistiche e Firenze ne è stato un esempio lampante. Ad un anno dal grande lockdown si parla di riaperture ma c'è chi è rimasto nell'ombra ad aspettare e ancora non è uscito dal tunnel, sono le guide turistiche.

La presidente di ConfGuide, Maria Paola Migliosi, parla a QUInewsFirenze.

Quale ruolo hanno le guide turistiche?

"Sono un punto di riferimento, hanno un ruolo strategico perché sono chiamate a rappresentare la destinazione turistica scelta dal viaggiatore e lo accolgono raccontando una storia che è l'identità del territorio. Oggi nel mondo della globalizzazione e di internet certo non mancano le informazioni online, la storia non la cambi e quindi è facile informarsi. La guida turistica non è solo un divulgatore di nomi e numeri ma trasporta nel tempo e nel luogo che il turista stesso ha scelto di visitare".

Quale effetto ha avuto la pandemia sul settore?

"Un effetto devastante. I turisti sono spariti per ovvie ragioni dovute alle chiusure dei confini ed alle restrizioni ed abbiamo assistito alla chiusura dei musei e dei luoghi della cultura che potevano essere gestiti diversamente".

In che modo?

"Penso a delle aperture ridotte, una rotazione tra musei o magari visite nel fine settimana in totale sicurezza. Penso ad una dimensione più intima e sostenibile. Ricordiamo che molti musei hanno continuato a lavorare a porte chiuse mostrando video ed interagendo con i social. Qualcosa credo sia sfuggito di mano perché l'abusivismo in rete è dilagato ed abbiamo perso totalmente la differenza tra personale qualificato e divulgatori improvvisati che hanno pagato immagini di musei trasmesse poi dietro il compenso per una visita a distanza".

Firenze come ha risposto alla crisi del settore?

"Purtroppo è stato fatto poco. Ringrazio l'assessore Cecilia Del Re che ha promosso alcune visite guidate sostenute attraverso il bando "Firenze insolita" ed il Rotary Firenze che con il presidente Blasi ha effettuato alcune visite che hanno permesso alle guide di lavorare ma è tutto qui". 

Cosa vi sareste aspettati?

"Abbiamo degli straordinari luoghi all'aperto come il Giardino di Boboli che conosco dall'infanzia perché sono cresciuta in Oltrarno per non parlare delle Ville Medicee eppure tutto è rimasto chiuso. Tutta Firenze è un museo a cielo aperto e su questo potevamo puntare maggiormente. Senza turisti internazionali e nazionali gli stessi fiorentini, rimasti per tanto tempo chiusi in casa, avrebbero potuto godere di qualche ora di svago attraverso qualche visita guidata".

Le riaperture cambieranno qualcosa?

"Temo che occorrerà tempo ancora, forse nel 2022 vedremo un po' di movimento. Per l'estate la previsione è quella di un ritorno al turismo balneare con la preferenza ad uscire dalle città nelle quali siamo rimasti fin troppo tempo. Forse potranno lavorare un po' di più le guide escursionistiche ed ambientali ma per le città d'arte è saltata oramai la programmazione".

In questi lunghi mesi si è parlato di riorganizzazione del turismo, qual è uno scenario possibile?

"Firenze deve scegliere. Il turismo low cost oppure una offerta di qualità. E' indubbio che le grandi masse portano grandi entrate per l'indotto ma occorre cambiare qualcosa perché il livello raggiunto era davvero basso. Abbiamo perso di vista le persone che sono l'anima della città, la sua identità. Il turismo deve essere un sistema sostenibile che non si esaurisce con un selfie davanti ad una unica opera d'arte che tutti già conoscono perché l'hanno vista sui social, il turismo è una scoperta continua del non visto. Speriamo che le istituzioni, assenti durante questa pandemia, decidano di dare una svolta al turismo italiano riconoscendo alle guide il loro valore culturale che è anche un valore economico aggiunto ed in questo ultimo anno si è deciso di poterne fare a meno, rinunciando agli introiti che le guide avrebbero potuto portare al nostro patrimonio artistico ed architettonico". 


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