Attualità domenica 25 luglio 2021 ore 08:56
"Ma il Green Pass è nell'interesse collettivo"
Ieri la manifestazione non autorizzata in piazza della Signoria contro il certificato verde Covid-19. E da Palazzo Vecchio si esprime biasimo
FIRENZE — “Il decreto che impone il Green Pass in momenti cruciali della nostra quotidianità vuol dire fare prevalere l’interesse collettivo sull'egoismo individuale”: arriva da Palazzo Vecchio, da parte degli assessori al welfare Sara Funaro e alla sicurezza Benedetta Albanese, il biasimo a commento delle manifestazioni che ieri anche a Firenze hanno portato in piazza persone in protesta contro il provvedimento sull'adozione, dal 6 Agosto prossimo, della certificazione verde.
In particolare l'assessore Funaro anche attraverso i social condanna come "inaccettabile" l'accostamento portato avanti dai manifestanti con la Shoah: "È successo oggi alla manifestazione a Firenze, anche nella nostra città i no-vax paragonano il Green Pass alle discriminazioni nazifasciste nei confronti degli ebrei. Questo paragone è inaccettabile", scrive Funaro aggiungendosi allo sdegno espresso da parte della comunità ebraica fiorentina.
Il Green Pass attesterà l'avvenuta vaccinazione, l'aver effettuato un test con esito negativo, la guarigione dal Covid. Sarà necessario per partecipare a eventi, consumare pasti al ristorante al chiuso, assistere a spettacoli o eventi sportivi anche all'aperto, entrare in musei, piscine, palestre, strutture ricettive, sagre, fiere o partecipare a concorsi.
“Il premier Draghi, presentando il provvedimento – ricorda Funaro – aveva lanciato un duro monito: l'appello a non vaccinarsi è un appello a morire. Parole sacrosante ed efficaci che hanno prodotto un primo effetto: le prenotazioni dei vaccini sono raddoppiate”.
“Il virus – ha aggiunto – muta ed è molto contagioso, come testimonia l'aumento esponenziale dei casi avvenuto in questi ultimi giorni. L’unico modo per bloccarne o limitarne la circolazione è vaccinarsi tutti. Oltre a indossare le mascherine quando servono e ad assumere comportamenti corretti. La libertà personale non può pregiudicare la libertà degli altri soprattutto dei più fragili: in questi mesi così dolorosi abbiamo capito che ciascuno di noi porta la responsabilità della salvezza dell’altro”.
“Il confronto non è tra chi difende la libertà e chi la nega – ha rilevato Albanese –. C'è chi si illude, facendo finta di poter essere libero subito, come se il virus non esistesse o non avesse effetti. E chi invece, giustamente, vuole essere libero in modo definitivo ed avere un futuro sicuro. Azioni fuori dalle regole danneggiano la sicurezza di tutti, rischiando di farci ricominciare da capo con i bollettini delle terapie intensive e i decreti di chiusura. Dobbiamo portare rispetto per le vittime e i loro familiari, non dimenticando il sacrificio, in termini economici o di socialità, cui siamo stati costretti. L’alternativa è una sola: vivere ancora per molto tempo nella paura”.
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