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Attualità giovedì 30 aprile 2020 ore 12:14

Covid, parabola per gli eroi che rischiano l'oblio

In foto infermieri in reparto

Il rappresentante fiorentino e toscano delle professioni infermieristiche fa un bilancio della prima fase dell'emergenza dovuta al Coronavirus



FIRENZE — Sono passati dal lanciare un allarme per la carenza di guanti e mascherine all'appello per una equa distribuzione dei contributi economici diretti al personale impegnato in prima linea nel fronteggiare l'emergenza, sono i medici e infermieri del sindacato Nursind che da via Guido Monaco a Firenze tracciano un bilancio della prima fase dell'emergenza.

QUInewsFirenze ha contattato Giampaolo Giannoni, segretario del sindacato delle professioni infermieristiche per raccontare la parabola dei nuovi eroi.

Siete pronti ad affrontare la fase 2 dell'emergenza Coronavirus?

"Oggi i dati ci indicano una riduzione dei contagi, sia a livello generale che tra il personale medico ed infermieristico fortemente colpito con centinaia di morti e mille contagi solo in Toscana. La riduzione dei casi più gravi ha ridotto il ricorso al ricovero ospedaliero e questo ha liberato alcuni reparti Covid. Il quadro clinico è buono. Una cosa è sicura, siamo più preparati".

Intende rispetto a Febbraio?

"Già a fine gennaio abbiamo sentito parlare di pandemia, un termine importante e grave con la previsione di uno stato emergenziale che avrebbe avuto la durata di almeno sei mesi, fino a Luglio. Nonostante questo nel pieno dell'epidemia ci siamo trovati a dover contare le carenze ed a fare scorte di mascherine, guanti, gel igienizzanti e tutti quei dispositivi che ci sono arrivati negli ospedali anche grazie alle donazioni. I numeri sono sotto gli occhi di tutti, molti colleghi sono stati contagiati probabilmente a causa di protezioni non adeguate e di precauzioni che non sono state abbastanza efficaci".

C'è stato il momento degli applausi agli eroi

"Abbiamo ricevuto un grande riconoscimento da parte dell'opinione pubblica. In alcuni casi cartelloni e striscioni sono stati molto emozionanti, così come gli applausi dai balconi e le offerte di aiuto e l'accoglienza rivolta ai colleghi che sono arrivati per dare una mano alle strutture fiorentine e toscane. Purtroppo qualcuno ha avuto difficoltà incontrando persino episodi di repulsione sociale per paura del contagio, parlo non solo degli infermieri che hanno cercato un alloggio ma anche di chi non è stato più accolto dal proprio vicinato".

Cosa resta dell'eroismo?

"Rischia di esserci una beffa, ad esempio per gli aiuti economici che sono ancora in fase di definizione. Si tratta di poche decine di euro, una sorta di bonus, che però stiamo monitorando perché il contributo proposto potrebbe essere spalmato senza tenere conto di chi è stato realmente in prima linea. La premialità a favore del personale sanitario che è stato in reparto nella gestione dell’emergenza Coronavirus potrebbe ricadere su dirigenti ed amministrativi. Invece basterebbe guardare il numero oggettivo dei lavoratori contagiati, largamente superiore tra il personale sanitario".

Il sistema sanitario ne esce rafforzato e "vaccinato" per una pandemia?

“Sarebbe bello se ci ricordassimo che il sistema sanitario ha tenuto grazie agli infermieri, che hanno riorganizzato turni e mansioni, specializzandosi in corso d'opera in rianimazione e studiando il decorso delle malattie infettive. Senza dimenticare gli infermieri che hanno affrontato una trasferta e si sono ritrovati in un ambiente diverso con colleghi nuovi ed il personale ospedaliero che da un giorno all'altro è stato inviato a supporto delle Residenze sanitarie per occuparsi dei pazienti più anziani. Sarebbe bello non dimenticare nulla".


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