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Attualità domenica 16 maggio 2021 ore 15:18

Betori mette in guardia dal fenomeno influencer

"Il fenomeno influencer è paradigmatico della distorsione della comunicazione" ha detto l'arcivescovo nella Giornata delle comunicazioni sociali



FIRENZE — Nella cattedrale di Firenze l'arcivescovo, cardinale Giuseppe Betori ha celebrato la Solennità dell'Ascensione del Signore, e la 55/a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

Nell'occasione Betori ha affrontato il tema della comunicazione attraverso l'uso dei social soffermandosi sulla figura dei cosiddetti "influencer".

"Il mistero dell’Ascensione viene a illuminare anche questa Giornata che, come ogni anno, dedichiamo al ruolo della comunicazione sociale" ha spiegato Betori dopo avere sottolineato in alcuni passaggi il ruolo della evangelizzazione come testimonianza e racconto.

"Quest’anno essa è illuminata dall’insegnamento del Papa che prende a prestito le parole con cui Gesù si rivolge ai primi discepoli - "Vieni e vedi" (Gv 1,46) - per esortare la comunicazione a porsi di fronte alla realtà in modo limpido e onesto, partendo da una concreta esperienza, lasciandosi guidare dallo stupore di fronte alla realtà, oltre ogni manipolazione e pregiudizio. Nelle parole del Papa si stabilisce un parallelismo tra l’esperienza della fede come esperienza di un incontro e l’esercizio della comunicazione come conoscenza dei fatti nella loro concretezza. Sullo sfondo si staglia la minaccia del prevalere di opinioni standardizzate, elaborate nei luoghi di fabbricazione del consenso, sotto l’imperativo del politicamente corretto e degli interessi economici, favoriti dalla velocità e capacità moltiplicativa che caratterizza i moderni mezzi di comunicazione sociale. Il fenomeno dei cosiddetti influencer è paradigmatico di questa distorsione della comunicazione. Papa Francesco, nel suo Messaggio, ha parole severe nel denunciare «una informazione preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. […] Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero» (Messaggio per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, 2021). Sono parole che possono ben essere collegate all’impegno di quanti lavorano sul campo, ad esempio per informarci sulle tragedie delle migrazioni, ma anche a chi con onestà e competenza demolisce visioni ideologiche che fanno velo alla realtà, non ultimo l’ambito dei problemi riguardanti la natura propria della persona umana e della famiglia. Su questa linea il Papa elogia i giornalisti e i professionisti della comunicazione a cui dobbiamo, a costo di grandi rischi "se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate". Sta molto a cuore al Papa che la vita e le condizioni dei poveri abbiano chi le racconta, ma altrettanto importante per lui è che le cose siano raccontate nella verità: "Sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili, per mille motivi, a volte anche solo per banale narcisismo. […] Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere". I moniti e gli orientamenti del Papa ci riguardano tutti, operatori e fruitori della comunicazione sociale. Ci sprona la consapevolezza che anche in questo ambito della vita della società si realizza quel mistero di pienezza dell’incontro tra il divino e l’umano che il Figlio di Dio incarnato e asceso al cielo ci ha donato" ha concluso Betori. 


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