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Attualità lunedì 25 ottobre 2021 ore 10:04

Alle Murate chiude Nardini Bookstore

Un'altra libreria chiude i battenti in città, questa volta tocca a Nardini Bookstore dopo undici anni di attività, iniziata l’8 Dicembre del 2010



FIRENZE — Non ci sono indicazioni o se ci sono non si vedono facilmente.

Per entrare da Nardini Bookstore bisogna trovare un pertugio mal illuminato da Via Ghibellina o da Via dell’Agnolo.

Ci si può arrivare anche attraversando Piazza Santa Maria della Neve o Piazza delle Murate, due piazze interne al Complesso Monumentale delle Murate, dove c’era il carcere di Firenze.

Entrati in libreria la musica in sottofondo sussurra chissà quali storie d’amore e nostalgia mentre vistosi cartelli gialli invitano ad aiutare i gestori a svuotare gli scaffali, comprando libri con sconti sostanziosi.

Svuotare gli scaffali?

Si, Nardini Bookstore chiude il 28 ottobre, dopo undici anni di attività, iniziata l’8 dicembre del 2010.

Lo scaffale più ampio accoglie testi di restauro o che affrontano tematiche relative ai beni culturali, pezzo forte della casa editrice Nardini.

Una signora tocca i dorsi dei libri con la punta delle dita, una ragazza parla con discrezione al cellulare e poi tira fuori un borsellino rosso per pagare un libro di cucina islamica.

C’è chi legge le fascette e chi l’incipit dei libri, poi sulla terza di copertina tutti danno un’occhiata veloce alla vita dello scrittore, sia di quelli morti che di quelli ancora vivi.

Noi parliamo con Ennio Bazzoni, uno dei titolari della libreria e della casa editrice Nardini.

Non ce la facciamo più. Il Comune di Firenze ci ha notificato una ingiunzione per le mensilità di affitto non pagate. Stare qui in questi anni per noi è stato difficile e costoso. Abbiamo realizzato l’impianto elettrico e l’intero bagno, ma siamo sempre stati condizionati dalla cattiva gestione degli enti preposti, Alia, Casa Spa, Silfi. Adesso proveremo a chiedere al Comune di poter rateizzare il debito”.

Sui muri sono rimasti i segni dell’acqua piovana entrata dalle finestre, il locale è riscaldato da un tubo di metallo che attraversa la libreria poco sotto il soffitto e che non contribuisce certo a distribuire il calore in modo uniforme.

in questi anni abbiamo organizzato più di 500 eventi e tentato di dare vita anche ad una fiera editoriale, la Codice a Sbarre. Abbiamo organizzato conferenze, piccole mostre, visioni di film senza mai chiedere un finanziamento, abbiamo fatto sempre tutto di tasca nostra”.

Lo sguardo di un tizio con la mascherina nera cade sui volumi dei viaggi immaginati di William Shakespeare a Firenze e di Edgar Allan Poe a Venezia, con la sua bella copertina di un blu molto intenso e San Giorgio Maggiore sullo sfondo.

Alle Murate doveva nascere un grande progetto di cultura ed aggregazione e invece piano piano è arrivato il degrado e il disimpegno dell’amministrazione. Il progetto è mancato. Il Comune ha messo a gara gli spazi ma poi non li ha integrati in una visione complessiva ed in una gestione condivisa. Qui ora è un deserto, il Box Office non è più aperto al pubblico e la galleria d’arte è attiva solo qualche ora al giorno. Anche lo spazio gestito da un tour operator è spesso buio. Ci sono uffici ma la gente non passa di qui e ora che andiamo via anche noi il degrado avrà campo libero”.

Salutiamo Ennio Bazzoni ed usciamo riattraversando una delle due piazze interne, dove i carcerati scendevano a prendere l’ora d’aria.

Basta portare il naso all’insù per riconoscere porte e finestre delle celle del carcere che dal 1832 e fino al 1983 ha occupato questi spazi.

Spazi che nei primi decenni del ventesimo secolo furono luogo di detenzione di anarchici e socialisti, tra cui Enrico Malatesta, Alessandro Scopetani, Giuseppe Pescetti ed Eugenio Ciacchi e di antifascisti come Gaetano Salvemini, Carlo Levi, il filosofo Guido Calogero, lo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti.

Anche Emma Bonino è stata rinchiusa alle Murate.

Tutti intellettuali che sarebbero tutt’altro che felici nel sapere che, indipendentemente dalle ragioni di ciascuno dei protagonisti di questa storia, i libri se ne vanno dalle Murate, se ne vanno altrove.

Porto libri a mano

Legati a pile con lo spago bianco

Pacchi squadrati rifiniti con cura

Pesano molto e sono stanco ma

Non ho paura della mia età.

Elargiranno lo so consolazione

Anche passando da questo a quello

Come cani pazienti

Che non hanno paura della pioggia.

I benefici al padrone dureranno non un anno

Ma per una strada infinita

(Roberto Roversi / 1923 – 2012 / libraio e poeta)

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


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