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Attualità martedì 15 ottobre 2024 ore 18:25

Prezzi da capogiro per comprare terreni, volano i vigneti

vigneti

Era dal 2009 che i terreni agricoli non raggiungevano le attuali quotazioni. Anche un milione di euro per acquistare un ettaro di vigne nel Bolgherese



TOSCANA — Mai così alti dal 2009 i prezzi dei terreni agricoli in Toscana (+1,4%) con prezzi da capogiro specialmente per alcune tipologie. Un esempio? Per acquistare un ettaro di vigne nel Bolgherese si può spendere fino a un milione di euro. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base delle anticipazioni del rapporto del Crea sull’andamento del mercato fondiario relativo all’anno 2023.

Casi limite a parte come quello dei vigneti di Bolgheri, in generale in Toscana per acquistare un ettaro di campagna sono necessari oggi 18.300 euro. Un anno fa sarebbero serviti 18.100 euro. 

Se da un lato i prezzi per ettaro continuano a crescere, segno che la domanda c’è anche se solo per alcune tipologie come le superfici vocate a produzioni di qualità, dall’altro c’è da registrare una stagnazione delle compravendite che - dopo l’exploit post pandemico - sono in una fase di rallentamento.

La crisi economica aggravata dagli scossoni della guerra in Ucraina, l’aumento dei costi di produzione e la stagnazione dei prezzi, la crisi climatica, la difficoltà a reperire manodopera ed una strategia attendista nei confronti delle prossime mosse dell’Ue hanno come congelato il mercato che aspetta tempi migliori per allineare un'offerta che è attualmente maggiore rispetto all’attuale domanda. 

Dove conviene comprare

Sul fronte dei mercati fondiari provinciali, sulla base dei dati del 2022 si registrano aumenti superiori alle media nazionale a Firenze (+2,6%) e Livorno (+2,4%), grazie all’aumento costante delle quotazioni (+10%) dove un ettaro di vigneto che ricade all’interno della Bolgheri Doc può arrivare a costare anche 1 milione di euro (500mila euro prezzo medio). In flessione la provincia di Lucca (-3-3%). Stabili gli altri territori. 

Sono i vigneti i terreni in assoluto più cercati e quindi più costosi: dai 47-57mila euro per i Doc Montecarlo e Colline Lucchesi ai 400 mila euro per il Brunello di Montalcino fino al milione per quelli Doc di Bolgheri

Molto alte le quotazioni anche per i terreni della zona floricola di Viareggio che si attestano intorno ai 110mila euro così come quelli orto florovivaistici della Piana di Lucca con 72.800 euro per ettaro o per i frutteti della Valdichiana che hanno un valore di poco inferiore ai 60mila euro.

Chi vende cosa

Un altro aspetto interessante della dinamica del mercato toscano è quello dei profili di chi vende e chi compra

Chi vende sono generalmente agricoltori e le ragioni sono per raggiunti limiti di età o per assenza successori, per la contrazione dei margini di reddito e la conseguente necessità di capitalizzazione. 

Chi acquista sono sempre più spesso operatori non agricoli, per lo più stranieri, ed agricoltori che vogliono ampliare la propria azienda.

"Terreni montani meno appetibili"

“Il mercato fondiario - spiega la presidente regionale di Coldiretti Letizia Cesani - è soggetto alle medesime regole di quello immobiliare. Le dinamiche ci mettono di fronte ad un andamento molto diverso: da un lato lo scarso livello di compravendita dei terreni meno appetibili, marginali o minor produttivi come quelli montani che rischia di portare all’abbandono di molte aree e nei confronti delle quali sono necessari sostegni, agevolazioni per l’acquisto come per esempio la Banca della Terra di Ismea e politiche adeguate; dall’altro la grande richiesta di terreni più pregiati, come quelli adatti all’olivicoltura intensiva, ai seminativi vitati e a vigneto Doc e Docg. La ragione, nel particolare caso delle superfici vitate, è da ricercare nella difficoltà di ottenere autorizzazioni per i nuovi impianti".

In questo contesto, il prezzo dei terreni continua a rappresentare però un serio ostacolo per i giovani, rallentando il ricambio generazionale: "Quasi un imprenditore agricolo su due andrà in pensione da qui ai prossimi cinque anni. La recente politica europea non ha certo aiutato, creando al contrario un clima di sfiducia nei confronti del settore ingiustamente penalizzata da una serie di provvedimenti che appesantiscono ulteriormente l’attività agricola", commenta Cesani.


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