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Attualità martedì 29 ottobre 2024 ore 14:00

Clima, acqua e aria alla sfida dei mutamenti

La presentazione dell'Annuario
La presentazione dell'Annuario

La condizione ambientale delle acque subisce un impatto negativo dai cambiamenti climatici. Migliora la qualità dell'aria. Arpat mette a fuoco i dati



TOSCANA — Acqua e aria alla sfida dei mutamenti climatici che ne modificano la qualità per via dell'impatto che il nuovo contesto produce su equilibri delicati. Così, mentre la qualità dell'aria in Toscana appare in miglioramento, non altrettanto è possibile dire sullo stato quanti-qualitativo delle acque.

Il dato è emerso ieri in occasione dell'Annuario Arpat 2024. L'agenzia regionale di protezione ambientale ha messo a fuoco i dati che fotografano il progressivo cambiamento: "Dalla lettura dei dati ambientali, emerge un quadro in evoluzione dello stato di salute dell'ambiente toscano - ha commentato Pietro Rubellini direttore generale Arpat - che risente ormai da qualche anno degli effetti dovuti al cambiamento climatico, determinando uno stress di alcuni comparti ambientali". 

"Gli indicatori del comparto acqua, essendo uno tra i più delicati – ha aggiunto - evidenziano una tendenza al peggioramento delle condizioni naturali. Le cause sono da ricercarsi nella scarsa permanenza dell'acqua nei suoli e nella diminuzione della ricarica degli acquiferi, entrambi fenomeni imputabili al cambio del regime delle precipitazioni concentrate e intense".

La qualità delle acque di balneazione si è mantenuta ad un livello elevato, con il 95,3% delle aree e il 98,3 dei chilometri di costa controllati in classe "eccellente". Ciò nonostante, i casi di superamento dei limiti sono stati 49, in crescita rispetto ai 31 del 2022. 

Entrando nel dettaglio, nel 2023 il 21,4% dei fiumi toscani ha raggiunto lo 'stato ecologico buono', mentre il 4,3% è ricaduto in classe 'scarsa' o 'cattiva'

Per quanto riguardo lo studio della popolazione di fauna acquatica nei corsi d'acqua, Arpat spiega che il 35% riporta una qualità sufficiente, mentre un 12% ha qualità scarsa e cattiva. Per quanto riguarda, invece, lo stato chimico, risulta buono per il 62% dei fiumi oggetto di monitoraggio e non buono per il 38%

Nel 2023, l'Arpat ha controllato 7 punti di laghi e invasi: tutti raggiungono uno stato ecologico sufficiente, a eccezione del lago di Chiusi. Lo stato chimico è risultato buono nell'80% dei punti monitorati. In 4 dei punti controllati alle foci dei fiumi, nelle acque di transizione è stata rilevata la presenza di anione perfluoroottansolfonato (Pfos), mentre nei sedimenti solo uno dei punti monitorati è risultato buono: negli altri è stata infatti rilevato il superamento dei limiti per metalli e pesticidi. Nel biota, il risultato è 'non buono' per mercurio

L'analisi dei dati

L'annuario è stato presentato ieri a Firenze in un incontro moderato dallo stesso Rubellini e a cui hanno preso parte in videomessaggio il presidente Snpa Stefano Laporta, in presenza come relatore il direttore tecnico Arpat Marcello Mossa Verre, e poi ancora a portare la loro analisi il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l'assessora regionale all'ambiente Monia Monni, mentre una tavola rotonda ha visto confrontarsi associazioni ambientaliste, esponenti del mondo del lavoro e Isde - Medici per l’ambiente.

Secondo Giani “la presentazione dell’Annuario dei dati ambientali, giunto alla tredicesima edizione, è un appuntamento irrinunciabile". Ed ha aggiunto: "Il monitoraggio offerto dall’Agenzia è centrale in rapporto alle sfide imposte dai cambiamenti climatici. Pensiamo per esempio all’acqua e all’approccio culturale diverso che dobbiamo assumere rispetto al tema delle precipitazioni atmosferiche. Vere e proprie 'bombe d’acqua' sono fenomeni che hanno perso il carattere della straordinarietà. Si deve concentrare la priorità di tutti gli enti pubblici in rapporto alle azioni a difesa del territorio".

“Sono molto soddisfatto - ha concluso Giani - di vedere che per quanto riguarda la qualità dell’aria in Toscana vengono confermati trend di miglioramento anche marcati e anche nelle situazioni storicamente più difficili, come ad esempio nel fiorentino. Questo ci fa capire che le politiche adottate per il contenimento dell’inquinamento hanno dato risultati positivi”.

Dal canto suo, Monni ha parlato dell'Annuario come di “un termometro importante per misurare lo stato di salute della nostra regione, tanto più in un momento come quello che stiamo vivendo".


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