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Cultura lunedì 15 maggio 2023 ore 11:32

In 100 carte testi inediti di Machiavelli

Niccolò Machiavelli ritratto postumo di Santi di Tito
Niccolò Machiavelli ritratto postumo di Santi di Tito

I documenti scoperti nella Biblioteca nazionale di Firenze risalgono al periodo fra XV e XVI secolo. Edizione critica della Scuola Normale di Pisa



PISA — In 100 carte risalenti al periodo fra XV e XVI secolo, ecco testi inediti attribuiti a Niccolò Machiavelli scoperti nella Biblioteca nazionale di Firenze nell'edizione critica dello studioso della Scuola Normale di Pisa Daniele Conti, pubblicata nel volume “I ‘quadernucci’ di Niccolò Machiavelli. Frammenti storici Palatini” dalla Scuola Normale Superiore di Pisa in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento.

Per la prima volta il testo raccoglie alcuni documenti inediti attribuibili a Machiavelli, risalenti al periodo a cavallo tra Quattro e Cinquecento (1497-1515), quando il futuro autore del Principe e dei Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio era segretario (fino al 1512) della seconda Cancelleria della Repubblica fiorentina.

Il corpus di scritti scoperti (o, in un caso, riscoperti) comprende tre testi: un frammento storico precedentemente pubblicato ma di cui si ignorava la provenienza una ignota schedatura di corrispondenza diplomatica e infine una altrettanto sconosciuta versione di una cronaca fiorentina ben nota. Tutti e tre rientrano nella tipologia delle scritture incompiute, dallo statuto ibrido, al confine tra compilazioni storiografiche e appunti di governo.

"I fatti a cui fanno riferimento le circa 100 carte del manoscritto ritrovato concernono episodi della storia della Repubblica fiorentina - spiega una nota della Normale pisana - che il segretario della seconda Cancelleria, un Machiavelli all’epoca tra i 30 e i 45 anni, registrava con l’aiuto di vari collaboratori nella modalità tipica degli Annali, ovvero con un intento prima di tutto cronachistico".

Alleanze, conflitti, guerre, strategie riguardanti le conformazioni politiche italiane ed europee, da quella imperiale a partire da Massimiliano I, alla Francia dei Carlo VIII e Luigi XII, fino alla Repubblica di Venezia, il Regno di Napoli, il Ducato di Milano, la Repubblica pisana… avvenimenti noti e meno noti, personaggi di primo piano e secondari, principi, ambasciatori, uomini d’armi, si ritrovano in queste raccolte.

"Si tratta - specificano ancora gli studiosi - di una sorta di laboratorio storiografico conservato tra i quaderni di lavoro che l’ex segretario portò con sé all’uscita dalla Cancelleria nel 1512, continuando a incrementarne il contenuto e fissando così sulla carta una parte di quella 'lunga esperienza delle cose moderne' che fu guida essenziale per una più matura riflessione politica concretizzatasi più tardi nei capolavori per cui Machiavelli è tuttora considerato il fondatore della scienza politica moderna".

Editati dal codice Palatino E.B.15.9 striscia 1413 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, i testi appaiono in edizione critica e commentata a cura di uno studioso, Daniele Conti, filologo dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento ed ex allievo della Scuola Normale del corso di perfezionamento, con uno scritto di David Speranzi, responsabile del settore Manoscritti, Rari e Fondi Antichi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.


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