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Attualità domenica 16 febbraio 2020 ore 18:15

La Toscana celebra i volontari della Libertà

Istituzioni e cittadini hanno celebrato il 75mo anniversario della partenza dei volontari della Libertà che andarono a unirsi alle formazioni alleate



EMPOLI — Il 13 febbraio 1945, da piazza del Popolo a Empoli, partirono 530 giovani del Corpo volontari per la Libertà per andare ad unirsi alle formazioni alleate impegnate sul fronte, sull’Appennino fra Emilia Romagna e Toscana. I gruppi di combattimento operativi “Cremona” - “Friuli” - “Folgore” - “Legnano” - “Mantova” - “Piceno” del ricostruito esercito. La linea dell’Arno era stata superata dagli alleati nei primi giorni di settembre del 1944, i fatidici giorni della Liberazione di una città ormai allo stremo, e la guerra per gli empolesi, nel febbraio successivo, sembrava già lontana; ma molti non avevano dimenticato né i terribili bombardamenti degli americani né la ferocia dell’invasore nazista. Ormai erano stati seppelliti i morti, e pian piano si tentava di tornare ad una vita normale. Sulla Linea Gotica, a pochi chilometri a nord di Prato e di Firenze, si stavano, però, svolgendo combattimenti fra i più aspri e sanguinosi di tutta la Seconda Guerra Mondiale in Italia.

Empoli e l'intera comunità toscana oggi ha ricordato il 75mo anniversario della partenza dei volontari con una cerimonia a Palazzo delle Esposizioni seguita da un corteo per le strade cittadine e dalla deposizione di una corona di alloro in piazza XXIV Luglio, piazza del Popolo al monumento di Caduti di piazza della Vittoria

Alle celebrazioni ha preso parte il sindaco Brenda Barnini, il presidente della Regione Toscana e molti rappresentanti di altri comuni toscani, fra cui il presidente del Consiglio comunale di Palazzo Vecchio Luca Milani, con il Gonfalone della città di Firenze. 

“Noi siamo qui, oggi, a onorare la storia vera di questo Paese che ha dato vita alla Repubblica italiana, alla Costituzione, a un periodo di pace e di progresso, per quanto problematico e contradditorio possa essere stato - ha detto Rossi - E lo facciamo commemorando questi giovani eroi, che hanno dato un contributo straordinario nella lotta nazifascista. C’è chiarezza nelle storie e nelle divisioni da cui è nata la Resistenza e la nostra Repubblica. Da un lato c’erano i fascisti, i repubblichini, che portarono l’esercito tedesco e nazista in ritirata a compiere le stragi che sono costate la vita di oltre 4mila 461 vittime civili e, dall’altra, vi erano giovani che spontaneamente aderivano alla liberazione del Paese, schierandosi contro il nazifascismo. In guerra possono essere stati compiuti atti esecrabili dall’una e dall’altra parte, ma occorre ricostruire la verità tenendo ben dritta la barra della ragione e de i torti. In Germania quando si discute di questi eventi, dalla Merkel alla massime cariche istituzionali, chiedono scusa e perdono. Da noi i repubblichini vogliono la pensione. Mi sembra ben diverso”.


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