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Attualità lunedì 12 agosto 2019 ore 10:22

Si premiano le tesi sulla criminalità organizzata

Il bando indetto dalla Regione è rivolto agli studenti degli atenei toscani con l'obiettivo di promuovere la cultura della legalità



PISA — Promuovere la cultura della legalità tra i giovani delle università e incentivare lo studio del crimine organizzato attraverso un approccio scientifico e di ricerca. Con questo duplice obiettivo, la Regione Toscana ha bandito tre premi di laurea da mille euro ciascuno a favore di studenti degli atenei toscani che abbiano discusso, negli anni dal 2014 al 2018, una tesi sul tema della criminalità organizzata, della violenza politica, dello stragismo o dei terrorismi e poteri occulti in Italia.

La scadenza per presentare la domanda è fissata alle 13 del 30 settembre 2019. Bando e modello possono essere scaricati nella pagina dedicata del sito regionale, all'indirizzo www.regione.toscana.it/premio-laurea.

"Vogliamo coinvolgere gli studenti delle università toscane e della società civile affinchè possano contribuire alla lotta contro la criminalità organizzata e contro i diversi poteri occulti" spiega l'assessore regionale alla presidenza con delega alla legalità Vittorio Bugli. L'invito a partecipare è rivolto ai laureati delle Università di Firenze, Pisa, Siena, dell'Università per Stranieri di Siena, della Scuola Superiore Sant'Anna e della Scuola Normale superiore di Pisa.

"L'iniziativa - spiela la Regione in una nota- è parte di un fil rouge che va indietro nel tempo, che inizia nel 1999 con l'approvazione di una legge regionale per la promozione tra gli studenti e nella società civile dell'educazione alla legalità e lo sviluppo di una coscienza democratica e passa di recente dal coinvolgimento, nel 2017, della Scuola Normale di Pisa nella stesura di un rapporto sulle mafie e la corruzione (in Toscana) già giunto alla seconda edizione".

 "In autunno sarà presentato il nuovo dossier, il terzo – spiega Bugli - , e saranno approfonditi temi come gli appalti e l'imprenditoria mafiosa e i rapporti tra la criminalità ambientale e la mafia".

"L'impegno - prosegue la Regione- nasce addirittura prima, nel 1994. Allora fu infatti creato il Centro di documentazione e legalità democratica, una struttura interna alla Regione, un archivio e Uno spazio oggi affacciato sulla centralissima piazza del Duomo a Firenze, all'ultimo piano del palazzo della presidenza della giunta, frequentato da studiosi ma anche dalle scuole e dove, sugli scaffali, si susseguono studi e atti processuali sui misteri e i poteri occulti in Italia, le stragi, l'eversione e la mafia. Una struttura interamente pubblica e praticamente unica dalle Alpi alla Sicilia".

"Il Centro è una vera casa della memoria. Da vent'anni è aperto ai giovani e ai ricercatori di tutte le età e di tutto il mondo - racconta l'assessore - Crediamo infatti che formazione e conoscenza siano alla base di quello spirito di consapevolezza senza il quale non può esistere la legalità". 

"Troppo spesso - prosegue Bugli - si pensa alle mafie come qualcosa di lontano da noi. Ma la criminalità organizzata, ce lo dicono le inchieste e i rapporti, invece investono molto in Toscana". 

"Il Centro - conclude la Regione- oltre ad essere un archivio di conoscenza, è un punto di riferimento anche per le associazioni e le onlus che organizzano con i giovani i campi di lavoro nei terreni strapp ati alla mafia e alla criminalità organizzata. E, tra i punti di forza della Regione su questo fronte, c'è anche l'elenco, sempre più numeroso, dei beni confiscati alla criminalità organizzata, come la tenuta di Suvignano, a Monteroni d'Arbia, da poco restituita ai cittadini".


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