Attualità lunedì 27 settembre 2021 ore 17:31
Referendum, i certificati intasano Palazzo Vecchio
Il Comune di Firenze ha segnalato il problema dei certificati elettorali al prefetto e all'Anci Toscana. Sono 12mila le richieste evase da 8 impiegati
FIRENZE — L’Ufficio elettorale del Comune di Firenze è in affanno negli adempimenti richiesti per raccogliere le firme sui quesiti referendari. Ministero dell'Interno e Anci sono stati informati delle criticità riscontrate dai Comuni ed il capoluogo toscano è tra questi.
Palazzo Vecchio ha impiegato otto persone a tempo pieno, praticamente tutto l'ufficio, che hanno emesso sino ad oggi 12mila certificati singoli di iscrizione alle liste elettorali oltre a validare anche le firme sui tradizionali modelli cartacei.
L’assessore all’Anagrafe Elisabetta Meucci ha spiegato la situazione in Consiglio comunale "La particolare criticità della situazione, e quindi la necessità per il futuro di interventi adeguati, è stata segnalata al Ministero dell’Interno tramite il prefetto e all’Anci regionale. Oggi ho inoltre parlato con il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto per sottoporre la questione alla sua attenzione e riportare le criticità che come amministrazione fiorentina abbiamo riscontrato. Il sottosegretario mi ha confermato che la situazione è nota al governo e che è in corso un lavoro congiunto tra le ministre Lamorgese e Cartabia, in quanto la competenza di eventuali provvedimenti (anche di proroga) in merito ai referendum è in capo al ministero della Giustizia”.
Le modifiche normative consentono che la raccolta delle firme per i referendum possa essere gestita da una piattaforma digitale presso la presidenza del Consiglio che non è ancora attiva o attraverso un documento informatico sottoscritto con firma elettronica qualificata, questa seconda soluzione utilizzata per l'Eutanasia legale e per la Cannabis legale sta provocando problemi.
“Il sistema elaborato per la raccolta delle firme è senz'altro funzionale per il Comitato promotore - ha spiegato l’assessore Meucci - ma, purtroppo, non ha considerato l'impatto sui Comuni che ricevono le conseguenti richieste di certificati e che la legge prevede siano evase nel termine improrogabile di 48 ore. L’Ufficio elettorale infatti deve: prendere in carico la richiesta (completamento protocollazione e fascicolazione); emettere il certificato in formato digitale; rinominarlo con il codice fiscale o l'identificativo del richiedente; sottoscriverlo con firma digitale; rispedirlo rispondendo alla pec originaria. È una procedura, dal punto di vista tecnico, ben più laboriosa di quella tradizionale (validazione delle firme direttamente sui moduli cartacei di raccolta presso i banchini) ma, soprattutto, l’elemento critico è il fatto che le richieste siano arrivate in un arco temporale molto ristretto, le prime il 13 Agosto. L’Ufficio elettorale del Comune di Firenze si è da subito attivato per rispondere alle richieste nel rigoroso rispetto della legge, specie per quanto riguarda la forma del certificato restituito al Comitato promotore in modo da evitare ogni contestazione in sede di verifica da parte della Corte di Cassazione".
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