Attualità sabato 29 giugno 2024 ore 08:00
Lo storico Caffè “Giubbe Rosse” ha riaperto
Dopo cinque anni di chiusura uno dei Locali Storici d'Italia di piazza della Repubblica, già Caffè dei Futuristi riapre in sordina.
FIRENZE — Prima il fallimento, poi la chiusura di cinque anni per i lavori di ristrutturazione e finalmente la riapertura dello Storico punto di riferimento intellettuale di Firenze dagli inizi del ‘900. Una riapertura senza troppa pubblicità in attesa dell'inaugurazione ufficiale la cui data non è ancora nota e alla quale pare vi parteciperanno personalità. Il locale riapre con la proprietà Sielna Spa, società che ha già investito anche in Scudieri.
Un portone chiuso per tanti anni che dava un tono di tristezza a quel punto di Piazza della Repubblica che di personaggi ne ha visti passare tanti, rimasto senza il via vai delle divise rigorosamente rosse dei camerieri e di una tradizione mantenuta per più di un secolo.
Il Caffè Le Giubbe Rosse è di nuovo lì.
È stato il luogo che la corrente Futurista di Marinetti scelse come sede all’inizio del ‘900. Le famose riviste “La Voce”, “Lacerba”, “Solaria” ed altre recenti devono molto a questo Caffè dove poeti, artisti e intellettuali si sono confrontati e scontrati. Il salotto, il punto di ritrovo di letterati in differenti epoche e situazioni. Dai Futuristi Marinetti, Papini, Soffici, Palazzeschi tra i quali compare anche il nostro editore Vallecchi, a Montale, Campana e molti altri.
E la tradizione di Caffè Letterario è sempre rimasta fino ai tempi nostri.
L'arredo retrò, boiserie e banconi in legno scuro anni ‘30, la vetrata originale storica incorniciata in legno, i quadri della corrente Futurista e le pitture talvolta stravaganti con ritratti e caricature di attori e personaggi dipinti da pittori di passaggio o forse pure famosi.
Al momento i quadri non sono ancora stati appesi dalla riapertura e ne attendiamo l’arrivo forse in vista dell’inaugurazione.
Per chi non lo sapesse, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali su proposta della Soprintendenza di Firenze, lo ha riconosciuto un “Bene Culturale” da tutelare.
Chiara Lam Nang
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