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Attualità mercoledì 15 marzo 2017 ore 12:45

La prima volta di un sindaco al centro islamico

Foto twitter Dario Nardella

Dario Nardella ha incontrato la comunità islamica fiorentina al centro di preghiera di Borgo Allegri a un anno dalla firma del 'patto di cittadinanza'



FIRENZE — Un anno fa veniva apposta la firma sul 'patto di cittadinanza' tra Comune di Firenze e Comunità islamica di Firenze e Toscana, il primo del genere in Italia. A siglarlo furono il sindaco Dario Nardella e l'imam di Firenze Izzedin Elzir, presidente dell'Ucoii. Il testo promuove i valori della convivenza, della conoscenza e del rispetto reciproci. Oggi un altro primato: la visita del sindaco Dario Nardella al centro di preghiera degli islamici a Firenze. Nessun sindaco fiorentino, infatti, aveva mai preso parte a una visita del genere. 

Ad accompagnare il primo cittadino c'erano molti assessori e consiglieri comunali. "Questa visita - ha detto Nardella - è stata decisa insieme qualche settimana fa, all'indomani della firma del patto nazionale per un Islam italiano. Una firma storica perché segna un primo importante passo verso il riconoscimento reciproco tra Stato italiano e tutte le comunità islamiche. Vedo nel pubblico molti giovani musulmani nati in Italia, molti cittadini italiani, anche di altre religioni: questo significa che l'incontro ha un'importanza concreta non solo per i musulmani ma per tutto il quartiere". 

La visita è la punta dell'iceberg di un percorso iniziato già da molti anni, da quando fu istituita nel 2009 la Consulta per il dialogo interreligioso e costellato dalla costituenda Scuola fiorentina per il dialogo interreligioso e multiculturale e dalla consegna del Fiorino d’oro ai rappresentanti delle tre comunità religiose monoteiste, cattolica, ebraica e musulmana. 

Il riferimento costante resta poi la Costituzione Italiana che, ha detto Nardella, "ci rappresenta tutti e ci racchiude tutti come cittadini di questo Paese, e che è al centro del Patto di cittadinanza firmato a Firenze un anno fa al quale si è molto ispirato il Patto nazionale". 

Il sindaco ha anche ricordato che "il diritto di pregare in luoghi consoni è fondamentale" e ha sottolineato che "Firenze è una comunità aperta, dove ovviamente tutti devono rispettare le regole di civile convivenza, altrimenti rischiamo l'intolleranza e la ghettizzazione".


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