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Attualità giovedì 03 dicembre 2020 ore 19:30

"Io ricoverato grave per Covid ma ce l'ho fatta"

Fabrizio Ricci

L'ex consigliere comunale Fabrizio Ricci racconta a QUInewsFirenze l'esperienza vissuta durante il ricovero nel reparto Covid dell'ospedale di Careggi



FIRENZE — Ha trascorso 15 giorni nel reparto Covid al terzo piano di Careggi "Oggi sono stato dimesso, ce l'ho fatta ed è una gioia immensa" racconta a QUInewsFirenze l'ex presidente della Commissione ambiente, vivibilità urbana e mobilità del Comune di Firenze, Fabrizio Ricci.

Come ha scoperto il Covid?

"Il 9 Novembre ho iniziato ad avvertire sudore e febbre, ho contattato il mio medico e lì è iniziato il tunnel con i farmaci da prendere come il cortisone e l'eparina. Intanto controllavo la saturazione che scendeva ma ho cercato di restare a casa fino a quando mia moglie, e la ringrazio infinitamente per questo, si è accorta che mi stavo aggravando".

Qual è stato il passo successivo?

"Ha contattato la Asl ed è intervenuto il team Usca che mi ha misurato l'ossigeno nel sangue ed ha predisposto il mio ricovero. Era il 19 Novembre".

A Careggi cosa ha trovato?

"La situazione era critica, il reparto era pieno di pazienti e con un forte rumore che arrivava dalle apparecchiature. Sono stato portato al terzo piano, sopra al Pronto Soccorso, qui mi hanno messo il casco con un tubo di plastica che fa un rumore infernale e sono stato fermo per 5 giorni. Poi mi hanno tolto il caso e sono passato alla mascherina con il bavaglio e poi senza bavaglio e mi hanno ridotto l'ossigeno fino a levarlo del tutto. Sono stato 2 giorni senza ossigeno e poi sono stato dimesso".

Cosa ha provato durante i giorni del ricovero?

"Nel letto accanto al mio c'era un paziente che dopo due giorni non ce l'ha fatta ed è morto. Non sapevo cosa stesse accadendo fuori perché non hai contatti con l'esterno se non per mezzo del telefono ma il contatto umano lo hai attraverso il personale che non ringrazierò mai abbastanza per la premura e la gentilezza. Parliamo di persone che sono costrette a lavorare dentro la tuta per 8 ore eppure con una disponibilità che colpisce al cuore".

Quando è tornato a casa cosa ha pensato?

"Ce l'ho fatta, è una gioia immensa. Ho potuto riabbracciare mia moglie e vedere mia figlia anche se a distanza. Quando sono stato ricoverato il reparto straboccava ma nonostante questo ho saputo che tutti i giorni i medici hanno aggiornato mia moglie sulle mie condizioni. Non è stato facile perché lei sapeva che ero lì per essere intubato. Anche per questo, per la sensibilità dimostrata nei miei confronti e verso i miei famigliari mi sento di ringraziare pubblicamente lo staff del dottor Alessandro Morettini. Se ne sono uscito è grazie alla loro assistenza".


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