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Attualità venerdì 14 febbraio 2020 ore 14:02

Infarto, i medici incontrano pazienti e familiari

I pazienti dimessi con diagnosi di cardiopatia ischemica, insieme ai loro familiari, partecipano ad incontri multidisciplinari con i medici della Asl



FIRENZE — L'ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze ha scelto di organizzare incontri multidisciplinari di educazione sanitaria ai quali partecipano tutti i pazienti dimessi con diagnosi di cardiopatia ischemica, insieme ai loro familiari. Tra chi è sopravvissuto a una forma acuta come l’infarto miocardico la scarsa aderenza alla terapia e l’inadeguato stile di vita possono essere tra le cause di rischio di una recidiva. 

Gli incontri sono mensili. L’obiettivo è informare, un’opportunità di informazione e di scambio tra il personale sanitario mentre gli operatori rispondono alle domande dei pazienti e, nel caso abbiano specifiche necessità, vengono riferiti alle varie figure professionali coinvolte. Partecipano figure professionali della cardiologia (il medico Irene Betti, l’infermiere coordinatore Stefano Gori e le infermiere Maria Carta e Ilaria Chioccioli), della Psicologia clinica (Silvia Lapini), del centro antifumo (il medico Giovanni Tavanti e l’infermiera Laura Paparini), della dietetica professionale (Benedetta Guerrini).

“La malattia - ha detto Tania Chechi, direttore della struttura Cardiologia Interventistica di Santa Maria Annunziata - dovrebbe essere vissuta come un momento di svolta, un’occasione di cambiamento e di assunzione di consapevolezza”.

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi in Italia uno dei più importanti problemi di salute pubblica, sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Chi sopravvive a una forma acuta come l’infarto miocardico diventa un malato cronico con notevoli ripercussioni economico-sociali. Ma se la mortalità ospedaliera dell’evento acuto si è notevolmente ridotta negli ultimi anni, la mortalità a medio-lungo termine non ha seguito lo stesso andamento. L’inadeguato stile di vita può essere fra le cause. La terapia della sindrome coronarica acuta con l’angioplastica percutanea che risolve l’occlusione totale o parziale delle arterie coronarie, è molto efficace ma rappresenta solo un tassello della terapia di questa patologia che ha nell’aterosclerosi arteriosa la sua base fisiopatologica. Quest’ultima è una malattia cronica e per sua natura progressiva pertanto solo un adeguato intervento farmacologico e sullo stile di vita può rallentarne la progressione e talvolta determinare una sua parziale regressione. Uno stile di vita adeguato consiste nell’astensione dal fumo, in una dieta varia ed equilibrata, nell’attività fisica regolare.


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