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Attualità venerdì 10 luglio 2020 ore 11:39

I fiorentini hanno nostalgia degli anni '80

Foto da Vecchia Firenze Mia - Pagina Facebook

Un appello diretto al sindaco di Firenze ha chiesto a più voci di realizzare una serie di eventi per ricordare e celebrare gli anni '80 fiorentini



FIRENZE — Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha risposto ad un appello promosso da un gruppo di intellettuali, giornalisti, attivisti, operatori culturali e artisti fiorentini dichiarando “Accolgo con piacere l’invito dei tanti firmatari dell’appello a ricordare, valorizzare e far rivivere lo spirito degli anni Ottanta fiorentini e sono disponibile ad un incontro per verificare proposte e progetti”. 

“Per me Firenze è qui e ora, con lo sguardo rivolto al futuro e non amo le azioni squisitamente nostalgiche. Ma qui non si tratta di nostalgia ma di una giusta sottolineatura di ciò che è stato e di ciò che ha rappresentato un periodo così determinante per l’identità della nostra città. Non ho l’età per aver frequentato quei locali, quei club, quei concerti e per aver vissuto tutta quell’effervescenza della new wave fiorentina di cui ben scrivete nella vostra lettera - ha detto il sindaco -. Ma ho avuto la fortuna di parlare negli anni con alcuni di voi e di altri ho letto, ho ascoltato, ho apprezzato. Nelle vostre parole sento tutta la passione, la tenacia delle idee, la creatività, la voglia e il gusto di sperimentare il nuovo e di essere consapevoli di scrivere un pezzo della storia. L’Italia, Firenze, uscivano dall’alluvione, dagli anni di piombo. La città aveva voglia di nuova vita, di una inversione - ha concluso -. Durò alcuni, intensissimi anni . Nel 1993 il risveglio drammatico con la bomba ai Georgofili. Lentamente tutto si diradò fino a disperdersi. Ma ritengo che i semi gettati allora siano ancora vivi e abbiano portato frutti. Non sarebbe giusto non coglierli”.

"Questa terribile pandemia - ha aggiunto l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi - che ci ha portato via tanti cari ha insegnato, tra l’altro, che l’essenza delle nostre città non può basarsi su basi fragili quali un turismo mordi e fuggi che vive un’esperienza fugace e distorta senza capirne davvero il senso più profondo, senza una vera consapevolezza della città e delle sue storie. Ritengo che l’anima di una città risieda piuttosto nelle sue radici e nei cambiamenti nel tempo: come un corpo vivo che si plasma adattandosi alle situazioni, quindi, anche Firenze ha negli anni Ottanta un pezzo della sua veste attuale. Oserei dire che se Firenze non avesse attraversato, vissuto e alimentato quel fermento straordinario oggi non ci sarebbe questa spinta, questo coraggio nelle proposte di arte contemporanea e di cultura diffusa di cui mi sento parte attiva e promotore. Per questo anche io sono fin da subito disponibile a un incontro con i promotori”.


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