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Politica mercoledì 15 marzo 2023 ore 20:05

"Elezioni anticipate" bufera su Palazzo Vecchio

Chieste elezioni anticipate. Opposizioni all'attacco del sindaco dopo la decisione di revocare l'assessore all'Urbanistica. Le reazioni dal Consiglio



FIRENZE — La revoca delle deleghe all'assessore Cecilia Del Re ha scatenato una bufera politica sul sindaco di Firenze da parte delle opposizioni che accusano il primo cittadino di una virata al "rimpasto di sinistra" dopo la nomina della nuova segreteria del Partito Democratico.

La rottura insanabile sul "Passaggio del tram dal Duomo" non sembra avere convinto i consiglieri di Palazzo Vecchio a giudicare dalle reazioni, in primis Fratelli d'Italia e Lega che hanno chiesto "elezioni anticipate" da intendere come un commissariamento ma anche la Sinistra va giù pesante "un sindaco che si crede un monarca".

Il Partito democratico metropolitano e cittadino crede, invece, alla tesi della rottura maturata esclusivamente sul caso del tram ed ha espresso "pieno sostegno all’operato del sindaco". Sul caso è intervenuto anche il segretario regionale del Partito democratico, Emiliano Fossi "Sono stato sindaco e so bene che quando viene meno questa fiducia il rapporto è compromesso. Per questo esprimo sostegno all'operato di Dario Nardella".

Opposizioni all'attacco

I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi e Jacopo Cellai, e i consiglieri in Città metropolitana Claudio Gemelli, Alessandro Scipioni e Alessandra Gallego “Dopo la clamorosa querelle tra l’assessore Del Re e il sindaco Nardella, sembra ormai chiaro che la gestione della città non fili più liscia come su un tavolo da biliardo. Se fossimo a Londra, dove guarda il caso esiste già lo scudo verde (la congestion charge), oggi si sarebbero già aperte le scommesse su quante ore manchino alle dimissioni del sindaco o della Del Re, ma siccome siamo a Firenze e il gioco d’azzardo non ci garba più di tanto, siamo ad interrogarci se oramai la giunta Nardella non sia arrivata al capolinea, e non di una linea di tram, ma della propria parabola politica.
Comprendiamo che la maggioranza ed il PD possano avere divergenze su alcuni punti: destinazione di edifici, sensi unici, giardini e parcheggi, ma avere una posizione divergente su scudo verde e tramvia al Duomo non è accettabile. Non possiamo permettere che i cittadini fiorentini e dei comuni limitrofi siano sballottolati quotidianamente da dichiarazioni estemporanee di assessori e sindaco. Se il PD non ha più un quadro d'insieme uniforme sulla città, è giunto il momento di elezioni anticipate. Lunedì prossimo chiederemo in aula un chiarimento agli assessori Giorgetti e Giorgio sulle novità emerse ieri. Eh sì: la gestione Nardella non fila più liscia come su un tavolo da biliardo, ma sembra piuttosto un flipper in tilt”.

Federico Bussolin, segretario provinciale della Lega Per Salvini Premier Firenze e Capogruppo in Palazzo Vecchio “Il teatro messo in piedi dal sindaco Nardella con lo scopo di epurare Cecilia Del Re è triste e ridicolo, siamo alle comiche finali. Che la questione di fondo non riguardi la tramvia in Duomo e che Nardella non aspettasse altro, poi, è sotto gli occhi di tutti. Nel perenne delirio che vede la città di Firenze essere gestita come se fosse la succursale della sede del Partito Democratico, il Sindaco ancora una volta realizza una manovra di palazzo utile solo per le strategie di successione al ruolo di primo cittadino: che di democratico ci fosse solo la parola, a sinistra, lo riconferma il fatto che un (ex) assessore è stato silurato per aver avanzato delle riflessioni, un pensiero forse personale che ha dovuto silenziare con delle scuse. Riflessioni politiche alle quali, è inutile dirlo, siamo abituati a rispondere in Consiglio, un ruolo questo che non abbiamo mai sminuito o sottaciuto. Non siamo interessati a ragioni o torti nella vicenda, perché da oggi chi amministra Firenze ha imboccato la strada del caos politico per mere logiche personali, e questo avviene nella fondamentale finestra di confronto sul Piano Operativo del Comune: come può anche solo pensare Nardella di gestire le deleghe della Del Re in un momento come questo? Tra le pezze da mettere al Maggio Musicale, le proteste di Campo di Marte, i cantieri interminabili in città e qualche visita all’estero, bisogna essere pazzi o in malafede: il sindaco di Firenze sceglie di mettere nel cassetto la politica urbanistica, perché non troverà tempo utile per occuparsene. Un atteggiamento di scarsa serietà portato avanti da un Partito Democratico pericoloso che, in Firenze e nei fiorentini, vede un mero mezzo per scambi di poltrone. Riguardo alla sbandierata ma inesistente trasparenza di programma pretesa dal sindaco Nardella ricordiamo che, ad oggi, non è stato in grado di realizzare neanche la metà dei progetti presentati in campagna elettorale. Firenze non può permettersi di navigare a vista per un anno intero nell’attesa di vedere quali assestamenti assumerà il PD locale corteggiando la Schlein: è giusto dare la possibilità ai fiorentini di giudicare quanto prima l’operato del sindaco e, finalmente, affidare la guida della città a chi mette al primo posto Firenze senza pensare alle poltrone”.

Dmitrij Palagi, Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune "Un sindaco che si crede un monarca, pensiamo sia pericoloso. Riteniamo ridicolo usare una dichiarazione per compiere un'azione che evidentemente voleva fare da tempo, per poter mettere veti in vista del 2024, che forse arriverà prima? Il sindaco ha provato imbarazzo, quindi ritira la delega all'Assessora all'Urbanistica proprio quando parte il percorso delle osservazioni al Piano Operativo. Ci sembra ragioni come un monarca assoluto, prima della rivoluzione francese. Lui è stato eletto, il Consiglio comunale invece è un luogo in cui occasionalmente qualche decina di persone sceglie di passare il lunedì pomeriggio. Ha parlato di fiducia, lealtà, sincerità e affidabilità. Nel giro di un paio di giorni un percorso di anni e anni si sarebbe dissolto, per una dichiarazione. E dovremmo crederci? Alla città dobbiamo anche un'altra cosa: sincerità. E la verità è che il sindaco dispone della Giunta per valutazioni soggettive e individuali. Non concepisce la politica come uno spazio in cui si agisce collettivamente, in questo forse ambisce a imitare Matteo Renzi, che non a caso è quello che ha detto no alla tramvia in piazza Duomo. Ricordiamo come sia stato messo alla porta l'Assessore Martini, per questioni interne alla Segreteria nazionale del PD. Ricordiamo come l'Assessore alla Cultura sia passato da Firenze, per essere rilanciato a Milano. Ricordiamo come la Vicesindaca Giachi e l'Assessore Vannucci siano stati rivendicati, nella loro elezione in consiglio regionale, come risultato del sindaco. In questa consiliatura pensiamo sia andato in scena uno spettacolo respingente e volgare. Le ragioni della nostra opposizione a questa Giunta risiedono nelle politiche che hanno condiviso in questi quattro anni, ma nello specifico riteniamo che Palazzo Vecchio abbia un problema legato a questo sindaco e a quello precedente, di cultura politica. Nella nota ufficiale il sindaco ringrazia pure l'Assessora a cui ha chiesto di coprire le deleghe di turismo, ambiente, PNRR e urbanistica, a cui ha tolto una serie di deleghe e che ora viene "espulsa". Sindaco, se mai le venisse in mente di ringraziare l'unica opposizione che non ha mai voluto incontrare e che probabilmente molto la irrita, lasci perdere. Come se lo avesse fatto".

Il consigliere del gruppo Centro e vice presidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini insieme al capogruppo Ubaldo Bocci “Dopo molteplici segnali, che peraltro continuano anche in queste ore, di una maggioranza sempre più disunita e in disaccordo su quasi tutto, ieri con il voto sul Piano Operativo si è toccato il fondo. Prima il gruppo PD che presenta un ordine del giorno che costringe l’assessore all’urbanistica a rivedere, non uno, ma 22 punti del piano appena approvato, poi il sindaco costretto a sconfessare lo stesso assessore su due temi non proprio banali: il passaggio del tram da piazza Duomo e lo scudo verde. Ricordiamo che siamo in esercizio provvisorio da tre mesi, il Piano operativo è stato approvato ieri dopo anni di lavoro e già il PD ne chiede modifiche sostanziali. Crediamo ci debba essere un limite, di ragionevolezza e di serietà, allo sbando che l’amministrazione comunale guidata da Nardella sta vivendo ormai da mesi. E non basta, non può bastare, l’ennesimo rimpasto, magari stavolta cogliendo al balzo la palla dell’uscita fuori dal coro di Del Re per dare una spruzzata di sinistra alla squadra di giunta. Firenze merita molto più di questo spettacolo poco decoroso. Forse oltre al Maggio, ad essere commissariato dovrebbe essere il Comune di Firenze”.

Il Partito democratico è intervenuto a sostegno di Dario Nardella

Il Partito democratico metropolitano crede, invece, alla tesi della rottura maturata esclusivamente sul caso del "passaggio del tram dal Duomo".

Il segretario regionale del Partito democratico, Emiliano Fossi "Gli incarichi assegnati dal sindaco agli assessori sono assolutamente fiduciari. Sono stato sindaco e so bene che quando viene meno questa fiducia il rapporto è compromesso. Per questo esprimo sostegno all'operato di Dario Nardella. Sono certo che sindaco e partito affronteranno questa situazione nel miglior modo possibile per proseguire l'azione amministrativa".

Monica Marini, segretaria metropolitana del Pd di Firenze, in merito al ritiro delle deleghe all’assessore Del Re.“Esprimo pieno sostegno all’operato del sindaco Dario Nardella, come Segretaria metropolitana ma anche da sindaca, perché so bene che l’elemento fondamentale per portare avanti con successo il programma di mandato è proprio il rapporto di fiducia tra il sindaco e i suoi assessori. Fiducia che risiede, oltre che nella condivisione di una visione di governo, anche nella condivisione di modi e tempi con cui si comunicano le decisioni assunte. Nel momento in cui viene a mancare tutto questo, diventa impossibile lavorare insieme.” 

Sul caso è intervenuto anche il segretario cittadino del Pd Andrea Ceccarelli “Il tema della collegialità e della fiducia é fondamentale. É un problema di metodo, ma anche di merito: la linea del Pd, del gruppo consiliare e del sindaco su tramvia e scudo verde é sempre stata la stessa: quella di salvaguardare alcune zone del centro evitando il passaggio del tram al Duomo e rispondere a esigenze di riqualificazione ambientale e di qualità dell’aria introducendo il cosiddetto scudo verde”. 


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