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Attualità venerdì 27 gennaio 2023 ore 15:07

Che fine fa la polizia di comunità

Interrogazione a Palazzo Vecchio sul futuro della polizia di comunità dopo una nota della Cgil Funzione Pubblica ed in attesa del nuovo comandante



FIRENZE — Il futuro della polizia di comunità è oggetto di apprensione in queste ore da parte del sindacato Cgil Funzione Pubblica, lo rendono noto i consiglieri comunali Dmijtri Palagi e Antonella Bundu che hanno chiesto informazioni a Palazzo Vecchio.

Nella nota sindacale ricevuta dai consiglieri si legge "35 lavoratori del Reparto di Comunità della Polizia Municipale vengono informati che la struttura verrà sciolta e in assenza di procedure verranno ricollocati in altri reparti. Quando? Dove? Come? Non si ritiene di doverlo comunicare. Tutto questo senza che sia stata data informativa alla Rsu, in assenza del Comandante della Polizia Municipale, dimessosi dal 1 Novembre 2022, con Responsabili di reparto in scadenza e Posizioni Organizzative prorogate fino al 14 Marzo prossimo in attesa di un nuovo bando che, inevitabilmente, deve prevedere una microstruttura, come stiamo scoprendo in queste ore. Chiediamo un incontro urgente e al Direttore Generale, Comandante della Polizia Municipale ad interim, un impegno per procedure nuove, trasparenti e condivise non rimandabili al nuovo Dirigente comandante ancora da nominare, una dinamica già vista: si assuma onori e oneri".

I consiglieri commentano "Si fa e basta, con un ordine, dato inoltre dal direttore ad interim, che continua a sembrarci più centrale della Giunta. Si chiude così un ciclo, simbolicamente. Quello della polizia come funzione sociale, che andava di moda vent'anni fa, per ripristinare quello della polizia come funzione autoritativa. Pensandoci bene però, potrebbe essere anche la fine di un'ipocrisia solo apparentemente ambivalente. Perché che senso hanno ancora queste "scatole vuote", questi lasciti della stagione del vigile di quartiere e della "polizia buona" che ascolta la cittadinanza per un lampione, una buca, un vicino rumoroso?". La nota dei consiglieri prosegue "La direttora generale iniziò chiudendo l'esperienza di Città Sicura e oggi il direttore generale chiude la polizia di comunità si vede che è giusto così, perché forse avete davvero ragione a risparmiare soldi per una polizia vicina alla cittadinanza, che media con gli uffici, che risolve i piccoli problemi concreti, una polizia che non si vuole più, che forse non si è mai davvero voluta. Non che fosse sufficiente ciò che c'era, anzi. Anche la polizia di comunità è stata usata per gestire l'informazione di facciata. Quel che di buono riesce a fare il Corpo è principalmente sulle spalle delle singole persone, a prescindere dai reparti in cui si trovano. Ma con questa decisione si conferma come il governo cittadino abbia la stessa idea di polizia abitualmente attribuita alle destre, inutile negarlo. Ci aspettiamo risposte piccate, ma perché tacere? A noi pare che la Municipale sia un corpo spremuto, poco tutelato, usato principalmente per finalità comunicative o di supporto alla gestione dell'ordine pubblico. Anche i nuovi bandi guardano a un modello in cui contano più le prestazioni fisiche che quelle relazionali e stanno trasformando la composizione lavorativa. Videosorveglianza e operazioni anti-droga non cancelleranno le cause legate allo spaccio, che riguardano la domanda, evidentemente presente in città, a cui risponde una parte di umanità del tutto ai margini delle nostre società. Per noi ci sono problemi di sicurezza sociale, difficili da risolvere solo con la polizia, soprattutto se sparisce quella di comunità".


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