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Attualità martedì 27 luglio 2021 ore 15:27

Pesa in secca, di corsa per salvare i pesci

Il Pesa in secca
Il Pesa in secca

Le acque del torrente si sono ritirate, con un processo che coinvolge anche i comuni di Lastra a Signa, Montespertoli, Scandicci e San Casciano



MONTELUPO FIORENTINO — La questione non è nuova: nel periodo estivo il torrente Pesa perde in media bassa valle la risorsa idrica superficiale per un lasso di tempo che va da 3 a 6 mesi. Sul tema è intervenuto anche il Consiglio Comunale di Montelupo lo scorso anno chiedendo alle autorità preposte, a Regione Toscana e ai gestori del sistema idrico integrato, interventi strutturali finalizzati a mitigare il fenomeno la cui causa è riconducibile a un prelievo eccessivo di acqua dal torrente.

I pesci muoiono ed è in atto la corsa per salvarne quanti più possibile, con squadre guidate dagli Amici della Pesa che solo a Luglio hanno messo al sicuro decine di migliaia di piccoli pesci rimasti intrappolati nelle pozzanghere formatesi col ritiro delle acque. L’intervento si è svolto in accordo con il Comune di Montelupo Fiorentino e il settore faunistico di Regione Toscana.

"Da troppo tempo - spiega l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi - la Pesa è soggetta ad eccessive captazioni per approvvigionamenti idro potabili, per fini agricoli e produttivi, e attraverso pozzi privati. La Pesa oltre alla propria valle soddisfa i bisogni anche di gran parte dell’acquedotto di Capraia e Limite e di una percentuale di quello di Empoli. Il Contratto di Fiume, sottoscritto nel 2019 da 52 soggetti ha fra i propri obiettivi riportare il torrente a una sostenibile naturalità, tutelando la biodiversità, anche pianificando interventi strutturali".

La secca è arrivata già adesso fino a Cerbaia, interessando di fatto anche i comuni di Lastra a Signa, Montespertoli, Scandicci e San Casciano Val di Pesa. Gli animali salvati sono stati spostati in alcune pozze sul torrente dove, grazie alla realizzazione di soglie idraulicamente trasparenti da parte del Consorzio di Bonifica, l'acqua riesce a resistere per l'intera estate. Piccole oasi di sopravvivenza che andrebbero replicate in altri punti sul fiume.

"I mutamenti morfologici del fiume connessi con l’eccessiva antropizzazione sono l’altra problematica da affrontare con urgenza. La Pesa era storicamente caratterizzata da tonfi profondi in cui l’acqua rimaneva tutto l’anno e che costituivano luoghi di conservazione della biodiversità. Negli anni interventi disastrosi in alveo ne hanno azzerato la morfologia e tutt'ora, per difenderci dalle inondazioni, annulliamo periodicamente gli sforzi che il torrente compie per sopravvivere. Dobbiamo lavorare a interventi integrati - afferma Nesi - che riducano il rischio idraulico restituendo naturalità al torrente".


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