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Imprese & Professioni giovedì 12 agosto 2021 ore 10:50

​Bitcoin in Nigeria: ecco il perché del successo di BTC nel paese

Le criptomonete e lo scambio di valute sono a tutti gli effetti un fenomeno ben consolidato



ROMA — La Nigeria è sotto i riflettori per essere una tra le principali nazioni per utilizzo di Bitcoin, scavalcando anche paesi del cosiddetto "primo mondo". Se questo può risultare insolito, o quantomeno curioso per un occidentale, nella realtà dei fatti le criptomonete e lo scambio di valute sono a tutti gli effetti un fenomeno ben consolidato in questo Paese. Ma non solo: il loro utilizzo ha anche uno scopo politico ben preciso.

D'altronde, il fenomeno Bitcoin ha investito anche l’Italia e negli ultimi anni sono in costante crescita le persone che si affidano a servizi di compravendita di criptovalute, come quelli offerti da Bitcoin Code, sito specializzato proprio in questa attività.

I numeri della Nigeria

In Nigeria però i numeri sono da record, e secondo le ultime analisi di Statista relative alla diffusione delle criptovalute nel mondo nel 2020, più del 32% dei nigeriani conosce ed ha utilizzato Bitcoin: praticamente 1/3 della popolazione.

Questo porta il Paese africano davanti ad altre ricche nazioni come Germania, Svizzera, Giappone e persino gli Stati Uniti. Di fatto però, secondo la ricerca di Statista, la Nigeria non è l'unico Paese in via di sviluppo con una maggiore dimestichezza e conoscenza delle cosiddette crypto.

Se si guarda alle statistiche infatti, Paesi come il Vietnam e le Filippine, ricoprono a loro volta il secondo e il terzo posto, con una percentuale del 21% e del 20% di popolazione che ha avuto contatti e scambi in termini criptovalutari. In un Paese come la Svizzera, tra i più ricchi al mondo, questa percentuale si abbassa all'11% il che la rende comunque la prima nazione europea in termini di diffusione delle criptovalute.

Perché la Nigeria ha questo primato?

Ci sono diversi fattori che hanno portato alla crescita esponenziale, e sotto alcuni punti di vista potremmo dire anche incontrollata, di Bitcoin, la più importante criptovaluta del mondo.

Per prima cosa bisogna contestualizzare la situazione socio-economica del Paese e tenere ben presente che lo scambio di valuta è una prassi comune (se non vitale) per tantissimi nigeriani ogni giorno. Le rimesse degli emigrati all'estero verso le famiglie ancora situate nel Paese sono infatti tra le principali fonti di sostentamento di centinaia di migliaia di famiglie.

Queste rimesse però devono passare per istituti finanziari e cambi valutari, il che va a pesare non poco sui costi di invio e il netto che arriva nelle mani delle famiglie nigeriane. L'invio di Bitcoin, è decisamente meno dispendioso che passare per tutta la trafila economica e burocratica dei canali canonici, oltre che essere praticamente istantaneo.

Altro punto poi fondamentale è quello legato all'inflazione galoppante di cui è preda il Paese: basti pensare che la moneta nazionale, la Naira nigeriana, ha perso più del 30% del proprio valore negli anni. Nonostante BTC sia un asset finanziario estremamente volatile, molti nigeriani hanno quindi deciso di puntare più nell'investire in essa piuttosto che affidarsi alla moneta locale, il cui prezzo pare sia destinato inesorabilmente a scendere sempre più.

Infine, non dobbiamo dimenticare che nel Paese sono in atto delle proteste antigovernative e contro la brutalità poliziesca sin dalla fine del 2020. Queste proteste vengono supportate economicamente da diverse entità politiche, spesso indipendenti, i cui fondi sono stati più di una volta congelati dalle banche su richiesta del governo nigeriano.

Per far fronte a questo problema quindi molte di queste associazioni indipendenti e gruppi di protesta hanno deciso di spostare i propri fondi in cripto, così da non essere facile preda di questi atti repressivi.


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