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Attualità martedì 01 marzo 2022 ore 17:00

La Toscana ha 'fame' di impianti per i rifiuti

SERVIZIO - Rifiuti: I costi del non fare in Toscana nel rapporto REF

Confindustria e Confservizi Cispel Toscana hanno presentato il rapporto sulle sfide in corso per una gestione efficiente dei rifiuti di qui al 2030



FIRENZE — Aumento dei costi di gestione e quindi di tariffe e prezzi per cittadini ed imprese rispetto ai valori attuali; aumento vertiginoso delle emissioni di gas serra, con impatto ambientale e aumento dei costi; mancanza di sicurezza ed affidabilità di uno dei sistemi centrali per garantire qualità della vita e competitività dei territori toscani: sono questi i 3 grandi rischi che, secondo il presidente di Confservizi Cispel Toscana Nicola Perini, la Toscana corre se di qui al 2030 non perseguirà l'obiettivo dell'autosufficienza impiantistica nel trattamento dei rifiuti. 

La dimostrazione è contenuta nel rapporto Sfide e opportunità per la gestione efficiente dei rifiuti in Toscana al 2030, realizzato da Ref Ricerche, promosso da Confindustria Toscana con Confservizi Cispel Toscana e presentato oggi nell’auditorium del Consiglio Regionale.

Il rapporto di Ref Ricerche, al centro anche di una tavola rotonda a cui hanno partecipato anche i presidenti dei gruppi consiliari, da un lato certifica come la strada intrapresa per raggiungere l’obiettivo del 65% di riciclo al 2030 sia quella giusta, visto che le aziende toscane hanno presentato progetti di digestione anaerobica e piattaforme di riciclo all’interno dei finanziamenti del Pnrr per 400 milioni di euro di investimenti; dall’altro però segnala un fabbisogno impiantistico per il recupero energetico e il riciclo chimico al 2030 nella nostra regione: 597mila tonnellate di rifiuti, di cui 334mila di rifiuti urbani, 192 mila di rifiuti speciali, 71mila di capacità di riserva e di eventuale picco.

Uno scenario che vale tra gli 800 e i 900 milioni di euro di investimenti, circa 2.500 addetti in più e benefici ambientali ed economici che ammontano a 36,5 milioni di euro all’anno.

La Regione ha avviato nei giorni scorsi l’iter di approvazione del nuovo Piano Rifiuti, la Giunta e tutti i gruppi consiliari hanno dichiarato la volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti in Toscana in una logica di prossimità e autosufficienza. Una premessa importante che può consentire un lavoro comune. 

“È aperta una fase decisiva per risolvere il problema rifiuti ed evitare i rischi di crisi ed incertezza - ha dichiarato il presidente di Confservezi Cispel Toscana Nicola Perini – All’avvio dell’iter di Piano si affianca l’avviso pubblico regionale per le proposte impiantistiche che scade il 14 marzo, e i bandi del Mite per l’economia circolare che scadono sempre il 14 marzo. Le imprese stanno facendo la propria parte proponendo progetti ed investendo, ma occorre che tutti si muovano nella stessa direzione, con l’obiettivo di garantire in pochi anni l’autosufficienza nel rispetto del principio di prossimità”.

“Dallo studio emerge chiaramente, che se la Toscana non farà un piano rifiuti che preveda una dotazione impiantistica adeguata, nel 2030 avremo un gap importante di gestione ovvero ci saranno rifiuti industriali e urbani che non troveranno soluzione in Toscana - ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi - Questo significa che dobbiamo lavorare su una impiantistica all’avanguardia dotata delle migliori tecnologie disponibili per avere minori impatti ambientali e perseguire con decisione il principio di autosufficienza del nostro territorio; per fare questo dobbiamo utilizzare tutte le tipologie di gestione dei rifiuti che sono riconosciute a livello europeo, con anche l’obiettivo di ridurre i costi per le aziende. In quest’ottica, diventa fondamentale, per risolvere il problema dei rifiuti, una partnership pubblico-privato che attivi una virtuosa collaborazione fra imprese pubbliche e private”.

Nicola Perini

Nicola Perini

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