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Arte venerdì 08 settembre 2017 ore 09:55

Dal Frontespizio alla Messa degli artisti

Nel Palazzo del Pegaso la mostra sull'esperienza culturale e religiosa dello scultore Quinto Marini e di Padre Balducci



FIRENZE —  A ventidue anni dall’ultima grande antologica presso il Museo Marino Marini, Firenze torna a celebrare il genio artistico di Quinto Martini con la mostra Quinto Martini e Padre Balducci. Dal “Frontespizio” alla Messa degli Artisti, che dal 7 al 30 settembre sarà allestita a Palazzo Bastogi, sede del Consiglio Regionale della Toscana. Un’occasione unica per riportare al centro del dibattito culturale della città il talento di un autore di spicco del Novecento che, oltre a lasciare in eredità una copiosa produzione di bronzetti, terrecotte, disegni e dipinti, seppe costruire insieme con Primo Conti e Padre Balducci, un ponte tra l’arte e il sentire religioso con l’importante esperienza della Messa degli Artisti.

Promossa dalla Fondazione Ernesto Balducci e dal Consiglio regionale della Toscana in collaborazione con il Comune di Carmignano, la mostra curata dallo storico dell’arte Marco Fagioli e dal Presidente della Fondazione Andrea Cecconi, e coordinata da Francesco Bigazzi, Presidente dell’Associazione Amici del Museo Ermitage-Italia, vuole traghettare il pubblico verso quel clima culturale che dominò il capoluogo nella metà del secolo scorso e vide un cenacolo di intellettuali della statura di Giovanni Papini, Piero Bargellini, Carlo Betocchi, Nicola Lisi, Eugenio Montale, Arturo Loria, Alessandro Bonsanti, Mario Luzi, fare la storia letteraria e artistica discutendo e praticando la fede spirituale.

In occasione del venticinquennale della scomparsa del padre scolopio, la Fondazione recupera il rapporto con l’artista e suo figlio Luciano Martini, tra i principali collaboratori di Balducci, realizzando un percorso di 22 opere provenienti dalla collezione privata della nuora dello scultore, Maria Teresa Bigazzi Martini, che va dagli esordi seanesi sotto l’aura di Ardengo Soffici negli anni Trenta fino ai lavori che precedono la sua scomparsa nel 1990. Un corpus antologico di busti e figure intere in gesso, bronzo e cemento, cherivela la principale vocazione per i due generi del nudo femminile e del ritratto, soprattutto di amici e parenti di Martini, muse predilette al pari dei tanti scrittori e intellettuali - Palazzeschi, Montale, Gadda, Bonsanti, Levi, Betocchi, Soffici - che l’artista raffigurò e divennero poi, nel 1992, quella straordinaria galleria della memoria che Firenze ancora ricorda (“Trenta ritratti. Scrittori e artisti 1948-1986”, Gabinetto Vieusseux, 1992).

L’evento assume, tuttavia, un secondo importante significato, recuperare cioè il rapporto tra lo scultore e Padre Balducci, ”favorito – spiega Cecconi – dal figlio Luciano Martini che gli fu amico e collaboratore” oltre che direttore, per molti anni, della rivista “Testimonianze”. Del Quinto Martini che, seppure con discrezione, volle misurarsi con il mistero del divino e il senso del sacro (La Resurrezione, Via Crucis), la mostra evidenzia, inoltre, il particolare ruolo di mediazione tra arte, fede e impegno politico nel fermento culturale dell’epoca, un contesto di “germinazione fiorentina” in cui la rivista “Frontespizio d’impianto cattolico, edita da Vallecchi dal 1930, significò il terreno per eccellenza di dispute filosofiche, spirituali e di derive ermetiche.

Figura singolare ed emblematica con Libero Andreotti e Bruno Innocenti dell’arte plastica di metà Novecento, Quinto Martini svolse la sua attività artistica “sempre alla luce di una coscienza etico-religiosa che lo contraddistinse in maniera esemplare nel quadro dell’arte e della letteratura contemporanea”. “Mi fa piacere che attraverso il rapporto con Balducci si valorizzi la figura di un’artista che è stato partecipe di quel movimento intellettuale particolarmente fecondo nella Toscana del ‘900”. Così il Presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, intervenuto durante l’inaugurazione della mostra. “Quando si parla di spiritualità e di arte – ha concluso – si parla di due facce di una stessa medaglia; la creatività, la bellezza, la ricerca nascono dall’anima e questa mostra ne è esemplare testimonianza”.

A suggello del percorso espositivo e dell’importanza riconosciuta alla sua persona, l’erede Maria Teresa Bigazzi donerà alla Regione Toscana, per mano del Sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti e dell’assessore alla cultura Stella Spinelli, Paesaggio di Seano (olio su tela, 74,5X110,5), una delle tele più rappresentativedell’amore particolare dell’artista per il panorama seanese. “Con grande orgoglio rappresentiamo il territorio che ha dato i natali a Quinto Martini - ha detto il Sindaco Prestanti- e che ogni giorno vogliamo tutelare insieme a quei i valori che questo grande artista ci ha trasmesso con forza e vigore". Custodito fino ad oggi nella casa museo della città natale, ove sorge anche uno dei parchi d’artista più vasti d’Europa, il dipinto andrà ad aggiungersi alla ricca collezione d’arte contemporanea in mostra permanente negli spazi istituzionali del palazzo.


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