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Lavoro venerdì 08 novembre 2024 ore 18:45
Targetti Sankey chiude la produzione, decine di esuberi
L'azienda intende vendere lo storico stabilimento e sono 50 i posti di lavoro a rischio. Sciopero e presidio, aperto il tavolo di crisi regionale
FIRENZE — D'improvviso la comunicazione: chiusura della produzione, vendita dello storico stabilimento fiorentino e di conseguenza 50 esuberi. Accade alla Targetti Sankey, e stamani Fim Cisl e Fiom Cgil hanno organizzato per oggi uno sciopero con presidio di protesta dei lavoratori davanti all'azienda.
Era il 2017 quando la 3F Filippi di Bologna, azienda di illuminotecnica, rilevava Targetti Sankey. Due giorni fa un incontro coi sindacati in Confindustria a Firenze e la presentazione di un piano industriale che prevede nei prossimi mesi la chiusura della produzione nel capoluogo toscano e la vendita dello storico stabilimento fiorentino.
E' prevista la riduzione del personale da 90 a 40 lavoratori: si tratta dunque di 50 esuberi, tutti nel settore produzione che a livello nazionale per il gruppo rimarrà attiva solo nello stabilimento di Nusco, in provincia di Avellino).
"Per gli altri 40 non in esubero, tutti nel settore impiegati, secondo le dichiarazioni dell’azienda è previsto il mantenimento di una sede a Firenze - spiegano i sindacati - ma per come è strutturata l’azienda la preoccupazione è che anche questi posti di lavoro possano diventare a rischio".
Alla notizia delle intenzioni aziendali, la Regione Toscana intanto ha aperto il tavolo regionale di crisi per salvaguardare la produzione e i livelli occupazionali della Targetti Sankey di Firenze.
“La proprietà si fermi subito”, è l'appello lanciato da Valerio Fabiani, consigliere del presidente della giunta regionale Eugenio Giani per le vertenze aziendali. “Targetti Sankey – ha proseguito – è un insediamento storico, il cui nome è indissolubilmente legato a Firenze e al suo tessuto produttivo manifatturiero”.
“Raccogliamo – ha concluso - la richiesta dei sindacati di apertura del tavolo di crisi e sono certo che con il confronto e il nostro supporto sarà possibile trovare una soluzione alternativa ai licenziamenti e alla chiusura del sito industriale”.
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