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Attualità venerdì 26 maggio 2023 ore 20:15

Boato nella notte, 30 anni fa la strage dei Georgofili

La strage dei Georgofili, 30 anni fa
La strage dei Georgofili, 30 anni fa

Sangue e polvere, 5 vittime, decine di feriti: nella notte fra il 26 e il 27 Maggio 1993 la mafia colpiva la Toscana. Iniziative fra storia e memoria



FIRENZE — Un boato a squarciare la notte di Firenze. Erano le 1,04 del 27 Maggio 1993, e lo stragismo mafioso colpiva al cuore la Toscana con un'esplosione in via dei Georgofili a Firenze che costò la vita a 5 persone: la famiglia Nencioni ne venne spazzata via - morirono papà Fabrizio, 39 anni, mamma Angela, 31 anni, le piccole Nadia e Caterina di 9 anni e meno di due mesi - insieme con lo studente Dario Capolicchio, 22 anni. Circa 40 i feriti in quella notte di polvere e dolore.

Trent'anni dopo l'esplosione di quel Fiorino-bomba ecco il ricordo, alla presenza domani anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, da oggi 26 Maggio e fino a domenica 28 nel piazzale degli Uffizi a Firenze, dei resti custoditi in una teca della Quarto Savona Quindici, l’auto dove 31 anni fa persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. 

La Quarto Savona Quindici verrà posizionata in prossimità del luogo della strage dei Georgofili per rinnovare la memoria di quella stagione di sangue. Oggi le note del silenzio d'ordinanza risuonano alla presenza del questore e delle autorità e della vedova Montinaro. Nella notte poi, all'ora esatta dell'esplosione, la cerimonia di commemorazione in via dei Georgofili.

Quarto Savona Quindici nella teca

Quarto Savona Quindici

Giovani, storia e memoria

Non solo, però, perché la memoria ha futuro se cammina sulle gambe dei ragazzi. Così oggi ecco l'inaugurazione della mostra Spunti e appunti da un’indagine ancora in corso a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della giunta regionale toscana, e l'incontro con le scuole sempre a Firenze ma al Cinema La Compagnia.

I ragazzi hanno potuto dialogare con il giornalista Andrea Purgatori, il colonnello dei Ros dei Carabinieri Lucio Arcidiacono che il 16 Gennaio scorso, in una clinica di Palermo, catturò Matteo Messina Denaro, e ancora la vedova Montinaro, Pif, il questore fiorentino Maurizio Auriemma, e ancora con i presidenti della Regione Toscana Eugenio Giani e del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo e con l'assessore regionale Stefano Ciuoffo

"Trent'anni fa - ha testimoniato Giani - io sulle prime pensai a un'esplosione del gas. Gli artificieri lo esclusero, e ci vollero ore per capire cosa realmente fosse successo e che si fosse trattato del tritolo". Ed ha aggiunto: "Non pensavamo che la mafia potesse colpire noi. Pensavamo di dover dare solidarietà dall'esterno. Ci sbagliavamo". 

"Io avevo 16 anni, mi trovavo in Basilicata ed era festa. A un certo punto venimmo chiamati in una stanza e ci comunicarono l'accaduto. Dal sorriso, in quel momento tutto si fermò", è il ricordo che il presidente Mazzeo ha affidato agli studenti. "Noi dobbiamo costruire condizioni e spazi di socialità perché tutto questo non accada e la mafia non trovi margini per infiltrarsi".


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