Attualità sabato 24 giugno 2023 ore 18:15
Quel Leonardo nascosto nel Bel San Giovanni
Leonardo da Vinci nella Predica del Battista, il divulgatore Riccardo Magnani racconta la sua scoperta nella giornata del Santo Patrono di Firenze
FIRENZE — Leonardo si prende la scena anche a San Giovanni, Santo Patrono di Firenze e lo fa dal palco più alto, quello del Battistero definito da Dante Alighieri il Bel San Giovanni.
A raccontare il legame tra San Giovanni Battista e Leonardo da Vinci è ancora una volta Riccardo Magnani, noto divulgatore e studioso di Leonardo spesso in visita in Toscana.
Nel gruppo bronzeo presente sulla porta nord del Battistero, realizzato tra il 1506 e il 1511 da Giovan Francesco Rustici è raffigurato San Giovanni Battista in predica con un fariseo e un levita. Le iscrizioni sulle basi sono di epoca medievale mentre le sculture sono del '500 come riportano le note ufficiali dell'Opera di Santa Maria del Fiore.
Per Magnani sembrano non esserci dubbi sulla mano nascosta di Leonardo "Si tratta di un'opera congiunta di Rustici e Leonardo, e nel gruppo bronzeo Leonardo è riconoscibile. Si tratta di una scoperta importante a vario titolo perché ci racconta della vera età di Leonardo, ci dice che Leonardo, all'epoca, era molto popolare a Firenze, più di quello che ci viene detto e ci aiuta a comprendere la vera fisionomia dell'artista, in barba a tutti i ritratti posticci che ogni giorno gli vengono associati. Infine ci ricorda che non sempre la narrazione accademica riflette lo stato reale delle cose. La realtà non è quella che ci viene raccontata, bensì quella che si para dinanzi ai nostri occhi, seppur riconoscerla è assai difficile".
Il volto di Leonardo è quello del fariseo? "C'è molto di più. Leonardo è anche il levita. Si tratta di una riproposizione delle tre età dell'uomo, e l'uomo è sempre Leonardo".
A confermare la tesi di Magnani sembra essere proprio l'Opera di Santa Maria del Fiore che nel "Scoprendo Leonardo: le tracce di da Vinci nell'Opera di Santa Maria del Fiore" affronta proprio il rapporto, stretto, tra Leonardo ed il Rustici, suggellato da Giorgio Vasari.
Spiega l'Opera "Ci dice Vasari che quest’importante opera, oggi conservata nel Museo, fu ideata dal Rustici ma modellata e fusa con il consiglio e l’aiuto di Leonardo stesso, che per tal ragione si prestò di risiedere con il giovane amico in alcune case dei Martelli che dettero loro ospitalità per la realizzazione dell’opera".
Ed ecco come lo racconta il Vasari “Non volle Giovanfrancesco mentre conduceva di terra quest’opera altri a torno che Lionardo da Vinci, il quale nel fare le forme, armarle di ferri et insomma sempre insino a che non furono gettate le statue, non l’abbandonò mai, onde credono alcuni, ma però non ne sanno altro, che Lionardo vi lavorasse di sua mano, o almeno aiutasse Giovan Francesco col consiglio e buon giudizio suo.”
"Non sappiamo - conclude l'Opera - quanto Leonardo davvero pose le mani sul modello di questi bronzi, ma la loro eccelsa qualità lascia supporre che il racconto vasariano sia attendibile. Leonardo aveva acquistato una grande competenza nella fusione del bronzo, non solo in qualità di ex-allievo del Verrocchio, ma anche perché a questo tempo era reduce dalle sue fatiche milanesi per fondere in bronzo il gigantesco monumento equestre a Francesco Sforza. La tecnica, quella della fusione in metallo di modelli in terracotta, era poi la favorita da Leonardo e anche stilisticamente il gruppo della Predica ha quel carattere di forte ricerca chiaroscurale tipicamente leonardiana. Le ricerche fisiognomiche dei volti dei tre personaggi mostrano poi le forti caratterizzazioni espressive peculiari del maestro: quello del calvo Levita, ad esempio, ricorda da vicino alcune caricature di Leonardo, nonché i suoi studi preparatori per le teste degli apostoli della sua celebre Ultima cena".
Buon San Giovanni Battista.
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