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Attualità mercoledì 01 ottobre 2025 ore 10:00

Per i caregivers lo spettro della solitudine

La popolazione invecchia e avanza il fronte della non autosufficienza. Chi si prende cura dei malati teme l'isolamento assistenziale e sociale

FIRENZE — Assistere un familiare non autosufficiente dinanzi allo spettro della solitudine e dell'isolamento sia sociale che assistenziale: così tremano i caregivers toscani e non solo, e a mettere a fuoco il problema è una ricerca dell'Osservatorio Sara Assicurazioni.

Sono oltre 7 milioni le persone in Italia che si prendono cura di un familiare non autosufficiente. Un impegno spesso gravoso, che coinvolge profondamente la sfera emotiva, relazionale e sociale di chi lo affronta, e la cui consapevolezza è ormai ben presente nel percepito sociale del Paese.

Anche a Firenze: 6 fiorentini su 10 (60%) dichiarano di conoscere personalmente o tramite parenti e amici qualcuno che ha affrontato o sta affrontando questa situazione. E tra le difficoltà più temute spicca la solitudine - quindi l’assenza di sostegni, riferimenti e il conseguente rischio di isolamento - indicata da più di un fiorentino su due (62%) tra i fattori che in assoluto più condizionano la quotidianità e l’equilibrio emotivo dei caregivers.

La sfida dei bisogni

Ma quali sono, allora, i principali bisogni di chi si prende cura di un familiare non autosufficiente? "Al primo posto - sono i risultati dello studio Sara Assicurazioni - spiccano le misure di sostegno economico (58%) per far fronte ai costi dell’assistenza, spesso anche molto elevati. Seguono la necessità di conciliare vita e lavoro (44%), l’importanza di un supporto psicologico (34%) e la possibilità di delegare alcune attività quotidiane ad altre persone (28%), per alleggerire il carico fisico ed emotivo".

Ancora: "Tra le altre esigenze, informazioni sulle misure di sostegno disponibili per sé e per la persona non autosufficiente (28%), formazione specifica per fornire assistenza (28%) e la possibilità di accedere a servizi di telemedicina (16%)".

Intervistati su chi dovrebbe farsi carico dell’assistenza, il 48% dei fiorentini ritiene che dovrebbe essere la famiglia a occuparsene direttamente, almeno finché le condizioni lo permettono. Oltre uno su due (52%) si affiderebbe al servizio sanitario pubblico, seguito da strutture specializzate (34%), servizi privati (28%) o badanti (26%). Un 18% si affiderebbe ad associazioni di volontariato.

Per far fronte ai costi legati alla gestione della non autosufficienza, oltre ad accedere a forme pubbliche di assistenza più di un fiorentino su due (54%) ricorrerebbe ai propri risparmi, mentre uno su quattro (32%) considererebbe la possibilità di stipulare una polizza assicurativa Long-Term Care (LTC).

Tra gli aspetti che più apprezzerebbero in una soluzione di questo tipo c’è innanzitutto la possibilità di coprire le spese anche in caso di non autosufficienza parziale (46%). Seguono la convenienza della soluzione (42%) e la possibilità di coprire i costi per eventuali ausili speciali (36%).

L'analisi dei dati

“L’invecchiamento demografico del nostro Paese sta generando nuovi bisogni sociali, portando in primo piano la sfida della gestione della non autosufficienza”, dichiara Emiliano De Salazar, direttore Vita di Sara Vita.

“Questa condizione impatta profondamente sulla qualità della vita sia della persona che ne soffre sia delle famiglie, con ripercussioni che investono in modo significativo anche la sfera economica", prosegue illustrando le polizze Ltc attive presso la compagnia da lui diretta.

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