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Attualità giovedì 31 agosto 2017 ore 18:58

Espiantano gli organi ma la famiglia non voleva

Protesta della comunità somala contro Careggi per un prelievo di organi a un giovane musulmano anche se la moglie e il fratello erano contrari



FIRENZE — Il presidente della comunità somala Osman Gaal ha contestato durante i sanitari dell'ospedale di Careggi per aver proceduto all'espianto degli organi di un giovane somalo senza il consenso dei familiari.

Stando alla ricostruzione della vicenda, dopo il decesso del giovane i dipendenti del reparto si sono messi in contatto per telefono con la moglie e il fratello per chiedere se acconsentivano alla donazione degli organi. Entrambi hanno risposto di no. Però nessuno dei due è riuscito a formalizzare la negazione del consenso inviando una nota scritta per fax o per e mail. E così medici e infermieri hanno proceduto con l'espianto. 

Secondo la direzione dell'ospedale di Careggi  "il prelievo è stato eseguito nel pieno rispetto della legge italiana che prevede per tutte le persone, indipendentemente dalla loro volontà, il prelievo degli organi in assenza di una comunicazione scritta di opposizione da parte dei soggetti legittimati". 

Ma la comunità somala non ha accettato questa motivazione. 

"Non è escluso che la famiglia fosse contraria all''espianto per motivi religiosi - ha spiegato Gaal - Per la religione musulmana un corpo morto non deve essere neppure toccato". 

"La direzione aziendale ha verificato il pieno rispetto delle procedure e la puntuale applicazione della normativa - hanno ribatito i vertici di Careggi - E nel caso del giovane somalo, data la presenza all'estero dei familiari, l'attesa dell'opposizione è stata prolungata interpretando estensivamente la norma".


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