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Attualità mercoledì 09 settembre 2015 ore 15:26

Ecco come si muovono pisani e fiorentini

Uno studio su grandi quantità di movimenti fisici in auto e su dati da telefonia mobile ci divide in due grandi categorie



PISA — Esploratori o abitudinari? La scienza dei dati ci dice che le persone, nei loro movimenti quotidiani, si dividono in modo ben preciso fra questi due tipi di comportamenti. Un team nato da una collaborazione fra Università di Pisa e Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e il centro di ricerca sulle reti complesse Barabasi Lab di Budapest e Boston, ha analizzato grandi quantità di Big Data sulla mobilità umana, cioè tracce GPS di viaggi automobilistici e dati da telefonia mobile relativi a centinaia di migliaia di persone (rigorosamente anonime), analizzando i comportamenti di ciascun individuo su vari mesi.

Confrontando il raggio di mobilità ricorrente, relativo cioè agli spostamenti di routine, come fra casa e posto di lavoro o studio, e quello totale, relativo a tutti gli spostamenti, i ricercatori hanno scoperto che le persone tendono naturalmente a dividersi in due gruppi ben distinti, con caratteristiche molto diverse. Il primo è composto da persone il cui raggio di mobilità ricorrente è molto simile a quello totale: la mobilità degli abitudinari o “returners” può essere ridotta agli spostamenti tra le poche locazioni più frequentemente visitate. Viceversa, il gruppo degli "esploratori", la cui mobilità ricorrente è solo una piccola parte di quella complessiva, mostrano una mobilità "a stella": un nucleo centrale (casa e posto di lavoro) intorno al quale gravitano altre locazioni, spesso molto distanti.

“Gli esperimenti hanno dimostrato che esploratori e abitudinari mostrano capacità differenti di diffondere, attraverso i loro movimenti sul territorio, eventuali epidemie”, commenta Dino Pedreschi dell’Università di Pisa. “I due profili mostrano anche un certo grado di ‘omofilia sociale’: osservando la rete telefonica, gli esploratori tendono a comunicare più spesso con altri esploratori piuttosto che con gli abitudinari”.


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