Attualità martedì 10 novembre 2020 ore 19:00
Casse vuote per gli artigiani al tempo del Covid
Gli incassi sono stati pubblicati sui social in segno di protesta contro i mancati aiuti alla categoria in crisi per l'emergenza sanitaria
FIRENZE — Gli artigiani fiorentini hanno pubblicato sui social le foto delle casse vuote "Gli incassi sono pari a zero in queste giornate di semi lockdown" hanno esclamato artigiani e commercianti del comparto.
"Non è una protesta contro la zona arancione, necessaria considerata l’emergenza sanitaria in corso - ha spiegato Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze - ma per l’approssimazione e l’inadeguatezza che sta mostrando questo Governo nel venire incontro alle esigenze delle imprese e aiutarle ad affrontarle questa situazione economica critica. Chiediamo urgentemente un riallineamento con la realtà, è necessario adottare provvedimenti che siano adeguati al disastro economico e sociale a cui stiamo assistendo”
Il nuovo decreto ristori. “Potrebbe anche dare un po’ di respiro ad alcune imprese, attraverso i contributi a fondo perduto erogati come la volta precedente dall’Agenzia dell’Entrate - ha detto Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze - Ad ogni attività viene data una somma calcolata sulla differenza annua di fatturato registrata ad aprile e moltiplicata per un coefficiente che varia a seconda della propria categoria”. “Pensiamo alle attività del centro storico, con costi fissi altissimi, a partire dall’affitto. Per loro il contributo non potrà mai essere adeguato”.
Le novità sulla cassa integrazione. “Da oggi tutte le domande devono avere durata minima una settimana. Nella realtà, molte aziende mettono in cassa integrazione i lavoratori per uno-due giorni alla settimana, per ammortizzare i costi. Ora invece si vedono costretti alla decurtazione di una settimana intera. E’ un dettaglio che metterà in crisi le piccole aziende che si troveranno nella condizione di non poter arrivare, con le sole 6 settimane previste, al termine del 31 gennaio. Chiediamo dunque che il blocco dei licenziamenti sia collegato realmente alla cassa integrazione, altrimenti si rischia di non tutelare né i lavoratori né gli imprenditori” ha concluso Ferretti.
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