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Attualità mercoledì 22 febbraio 2023 ore 19:20

Fare la spesa oggi, stravolti da pandemia e crisi

Pandemia e crisi economica hanno cambiato il modo di fare la spesa, forse per la prima volta è saltato il rapporto di fiducia tra clienti e fornitori



FIRENZE — Cambiare fornitore per risparmiare sui consumi, la soluzione per arrivare alla fine del mese è un segreto di Pulcinella ma forse per la prima volta sembra essersi rotto quel legame di fiducia tra clienti e distributori che aveva retto alle crisi degli anni '90 ed all'arrivo dell'Euro nel 2000. 

Per difendersi dagli aumenti 8 toscani su 10 avrebbero preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie oggi vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom e cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.

Il Covid

Le lunghe file nei supermercati hanno fatto grande selezione per quanto riguarda la tipologia dei prodotti. La spesa delle famiglie nel 2020 è stata stravolta e indirizzata sui beni a lunga conservazione, con un occhio al prezzo ma soprattutto alla disponibilità. Ingenti quantitativi di pasta e conserve hanno viaggiato per tutta Italia dietro grandi promozioni legate alle quantità. C'è chi ha fatto scorta di biscotti per mesi, ma anche di latte a lunga conservazione, caffé, olio di oliva e prodotti in scatola.

La pandemia ha portato molte famiglie a scoprire la spesa a domicilio costringendo molte catene della grande distribuzione che non effettuavano questo genere di servizio a dotarsi della tecnologia e della logistica necessaria. 

Chi si è dotato di Applicazioni, gestionali di magazzino, autoveicoli e facchini ha poi dovuto fare i conti con la crisi energetica che ha prodotto non solo l'aumento dei costi dei prodotti al dettaglio ma anche del trasporto della spesa a casa.

Una straordinaria risposta è arrivata dai mercati e dai consorzi alimentari che hanno fatto squadra recuperando una importante fetta di mercato persa tra gli anni 90 e 2000 tra gli scaffali della grande distribuzione. In Toscana la cartina tornasole sono i mercati rionali nati recentemente persino come presidio anti degrado. A Firenze ne sono una prova gli investimenti fatti e proposti per i grandi mercati rionali che avevano iniziato a perdere banchi mentre oggi sembrano avere invertito la tendenza con una rinnovata richiesta di spazi.

I piccoli alimentari che si sono attivati per fornire il servizio di consegna a domicilio con un grande sforzo organizzativo, hanno poi dovuto abdicare a causa dei costi che sono diventati proibitivi con il calo della domanda e l'aumento del costo dei carburanti.

La crisi internazionale delle materie prime

Nel Febbraio 2022 l'Europa, a dispetto della Geografia studiata guardando solo le cartine, ha scoperto che gran parte delle materie prime arrivano dall'est ad iniziare dall'Ucraina. Alla sorpresa è seguita una crisi economica che ha colpito il mercato alimentare, fiore all'occhiello dell'Italia ma più per la lavorazione che non per la produzione. Una Italia che nel 2023 muove le merci soprattutto su gomma e conta Isole-Regioni non direttamente collegate.

Molte catene di distribuzione hanno iniziato a selezionare i fornitori diversificando fortemente i prezzi tra la fascia economica e quella medio-alta dei prodotti a marchio. La risposta dei consumatori è stata di iniziare a guardare con curiosità tutta quella linea alimentare snobbata e ritenuta di fascia bassa, anche in questo caso non senza sorpresa. I prodotti senza marchio sono spesso confezionati nelle stesse zone, se non negli stessi stabilimenti, di quelli a marchio. 

Famiglie più o meno numerose hanno assaggiato e scoperto prodotti nuovi ma anche riscoperto sapori della tradizione che sono tornati in circolazione perché più facili ed economici da produrre. Una sorta di "come faceva la nonna" dove la nonna è quella che aveva capito tutto perché con la guerra ci ha convissuto.

Nel 2000 sono veramente poche le catene senza tesseramento per sconti o raccolte punti ma tra il 2020 ed il 2023 il rapporto di fidelizzazione è completamente saltato. Complice la tecnologia che permette di avere sul cellulare decine di codici, le famiglie si spostano da un supermercato all'altro seguendo l'andamento dei prezzi e mantenendo lo sconto cliente.

Capita di acquistare la carne in un punto vendita, la verdura in un altro ed i prodotti per la casa in un altro ancora, magari al discount dedicato dove non ci sono alimentari ed il prezzo dei prodotti per la pulizia è abbattuto dalla verticalizzazione dell'offerta.

A guadagnarne anche in questo caso sono stati i mercati rionali e contadini che hanno spinto sulla filiera corta sfruttando il minore margine di differenza di prezzo tra il prodotto confezionato e quello fresco. Ad oggi è possibile trovare al mercato verdura di stagione a prezzi competitivi in barba alla logica consumistica "Al supermercato trovi più scelta e costa meno".

Il ricorso alla coltivazione diretta è talmente accentuato che oggi si rimpiange di aver perso territorio e si contano le scuole di avviamento all'agricoltura mentre, ancora una volta la Toscana è un esempio, si torna a guardare con interesse alla formazione agricola ed alla pastorizia. Non solo olivi da potare di tanto in tanto con degustazione ma giornate intere da trascorrere tra alberi da frutto ed animali.

Il paradosso della crisi dei prezzi

Occhio perché è solo un paradosso ma a tirare le somme la spesa del 2023 sembra apparire più sostenibile, più attenta al reale volume dei consumi e quindi senza sprechi, a filiera corta e possibilmente di stagione, trasportata a mano o in bicicletta e con sacche multiuso perché sarebbe difficile passare da un supermercato all'altro con le buste di plastica griffate. Un equilibrio sopra la follia?

Tornando all'inflazione

Coldiretti Toscana ha in un certo senso certificato questo cambio dello stile di vita analizzando l’inflazione di Gennaio in Toscana che si attesta al 10,1% (-17%) dato più basso dallo scorso Ottobre ma distante ancora 5,5 punti rispetto al Gennaio 2022. Giù anche i prezzi dei generi alimentari (12,2%) che avevano chiuso l’anno al 13,2% (-8%). Quasi dimezzata l’inflazione energetica passata dal 136,6% al 73,5% tornando ai livelli di Giugno per una riduzione del 46% rispetto a Dicembre. Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana ha ricordato come il fenomeno inflazionistico sia costato lo scorso anno ai toscani solo per acquistare verdura, frutta, carne, pesce, pane 845 milioni di euro in più.

L’inflazione generale che misura l’andamento medio dei prezzi di beni e servizi è superiore alla media regionale a Pistoia (11%), Grosseto (10,9%), Siena (10,8%), Massa Carrara (10,6%) mentre si attesta al di sotto a Lucca (10%), Firenze (10%), Pisa (9,9%), Arezzo (9,8%), Livorno (9,5%).


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