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Attualità giovedì 04 agosto 2022 ore 12:57

Colpi di calore al lavoro, neo assunti più colpiti

Operaio al lavoro

Spesso le vittime degli effetti del caldo sono i lavoratori neo-assunti, con minore esperienza, generalmente giovani ed in ottime condizioni di salute



FIRENZE — Le temperature elevate per molte ore della giornata si associano spesso anche a elevata umidità, è a rischio soprattutto chi lavora sui cantieri edili ed in agricoltura e nelle aziende dove vengono effettuate lavorazioni a caldo.

La Asl ha analizzato i dati rendendo noto che "i decessi per stress da caldo tendono a verificarsi durante i primi giorni di attività lavorativa e/o nei primi giorni di un’ondata di calore e spesso le vittime degli effetti del caldo sono i lavoratori neo-assunti, con minore esperienza lavorativa, generalmente giovani ed in ottime condizioni di salute".

La normativa vigente (D.Lgs 81/08) impone l’obbligo di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori e contempla il microclima fra gli agenti fisici per i quali è obbligatoria la valutazione del rischio da programmare e effettuare con cadenza almeno quadriennale da personale qualificato ed in possesso di specifiche conoscenze nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione.

Il Dipartimento della Prevenzione dell’Azienda Sanitaria richiama al rispetto delle norme in materia di prevenzione degli effetti del caldo sulla salute. 

 E’ fondamentale, pertanto, adottare misure di prevenzione e protezione, quali:

  • Assicurare la disponibilità di acqua fresca potabile facilmente accessibile. L’idratazione è essenziale per il mantenimento della salute e della produttività
  • Pianificare pause, anche brevi ma frequenti, da effettuare in aree ombreggiate per i lavoratori outdoor o climatizzate per quelli indoor
  • riorganizzazione dei turni ed orari pianificando le attività che fisicamente sono più impegnative durante i momenti più freschi della giornata ed interrompendo il lavoro qualora il rischio sia particolarmente elevato. I turni per i lavoratori più “vulnerabili” devono essere programmati nelle ore meno calde e con la previsione di pause più lunghe
  • Meccanizzare il più possibile le fasi lavorative che richiedono impegno muscolare e fisico per ridurre il calore endogeno prodotto dall’attività lavorativa
  • Fare indossare abiti estivi leggeri di cotone e scarpe di sicurezza di modello estivo
  • Sviluppare, in collaborazione col medico competente, un piano di monitoraggio e di risposta alle emergenze, individuando una persona per sovrintendere al piano di sorveglianza e risposta agli effetti dello stress da calore
  • Informare e formare tutti i lavoratori sugli effetti da caldo e sui sintomi delle malattie da calore ed evitare il lavoro solitario
  • Favorirel’acclimatazione dei lavoratori: sono necessari dai 7 ai 14 giorni per raggiungere uno stato di acclimatazione. In caso di ondata di calore i lavoratori neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un'assenza prolungata devonoiniziare con un carico di lavoro ridotto e aumentare gradualmente nei giorni successivi

Per quanto riguarda i lavori all'aperto si è rilevato che nei settori agricoli e delle costruzioni i lavoratori arrivano al lavoro disidratati. L'esposizione al calore combinata con la disidratazione incide notevolmente sulle prestazioni cognitive e fisiche, aumentando il rischio di infortuni oltre a quello di sviluppare malattie da calore e danni renali. Questa tipologia di lavoratori dovrebbe assumere liquidi, bevendo almeno 500-750 ml di acqua (due-tre bicchieri) prima di iniziare il lavoro e la stessa quantità di acqua per ogni ora di lavoro svolta. E’ raccomandato l’uso di indumenti protettivi: cappelli a tesa larga circolare ed occhiali per protezione dai raggi solari oltre ad effettuare pause in zone completamente ombreggiate.

In particolare per queste attività è importante tenere d'occhio le allerte meteoclimatiche presenti su varie piattaforme come quella del Ministero della Salute.

Per le attività in luoghi chiusi è raccomandata l’adozione di alcune misure specifiche:

  • ridurre il carico di calore “radiante” posizionando schermi protettivi (riflettenti e/o assorbenti) fra il lavoratore e la superficie calda, oppure rivestendola con materiale isolante; o, se altre soluzioni non sono possibili, dotare il lavoratore di abbigliamento riflettente;
  • ridurre l’umidità per migliorare l’evaporazione del sudore del lavoratore;
  • se la temperatura dell’aria è minore della temperatura media della pelle (35°C ) si può cercare di aumentare il movimento dell’aria sulla superficie della pelle aumentando la ventilazione;
  • se la temperatura dell’aria è maggiore della temperatura media della pelle (35°C ) è necessario raffreddare l’aria immettendo aria fredda;

    Qualora non sia possibile dotare il luogo di lavoro di impianto di aria condizionata, può essere prevista un’ "oasi di raffreddamento" in stanze di limitate dimensioni in cui l'efficienza del condizionamento dell'aria può essere ulteriormente migliorata combinandolo con la ventilazione e la riduzione della quantità degli indumenti indossati in tali spazi.


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