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Attualità mercoledì 16 giugno 2021 ore 19:20

Arresto cardiaco, nuovo servizio nella Metrocittà

Un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per prevenire e seguire i giovani colpiti da arresto cardiaco improvviso nella Città metropolitana



FIRENZE — Dopo l'installazione diffusa dei defibrillatori la Città metropolitana ha annunciato la creazione di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i giovani colpiti da arresto cardiaco improvviso. L'incidenza non è facilmente individuabile, vista l'assenza di un sistema di monitoraggio nazionale o regionale, si stimano tuttavia tra 1 e 10 casi ogni 100.000 cittadini ogni anno. In molti casi si tratta, infatti, di persone giovani ed apparentemente sane.

Il consigliere delegato della Città Metropolitana Nicola Armentano ha spiegato "Stiamo lavorando alacremente insieme all'Università degli Studi di Firenze, all'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi ed all'Ausl Toscana Centro per costruire un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale che abbia come finalità quella di prendere in carico i soggetti giovani colpiti o a rischio di arresto cardiaco e le loro famiglie". "Siamo partiti da un base solida importante - continua Armentano -  un Pdta che l'Aou Careggi insieme all'Università di Firenze ha creato ed approvato lo scorso febbraio, fortemente voluto dall'allora Direttore Sanitario, Lucia Turco, poi condiviso da Maria Teresa Mechi ed alla cui stesura hanno lavorato, tra tutti, i professori Elisabetta Cerbai ed Iacopo Olivotto e i medici Francesca Lo Fiego e Giuseppe Albora".

Armentano ha aggiunto "E' fondamentale che sia il sistema sanitario a farsi carico di un percorso che non lasci la famiglia da sola in quei drammatici momenti. Ancor di più: che non sia chiesto alla famiglia di coprire le spese per le indagini genetiche che in molti casi - anche se non in tutti, va detto - possono portare all'identificazione di una probabile, se non certa, alterazione genetica. Non è solo il diritto alla conoscenza che le famiglie, opportunamente guidate in un percorso da genetisti, anatomopatologi e cardiologi esperti, devono avere, ma è soprattutto il diritto alla prevenzione, per evitare il ripetersi di identiche tragedie nei congiunti che abbiano ereditato lo stesso tratto genetico, che dobbiamo garantire loro". "Si tratta di un primo passo - ha concluso il consigliere Armentano - che deve estendersi e ricongiungersi alle altre realtà "che nella nostra regione si occupano da anni di diagnosi e prevenzione della morte improvvisa cardiaca giovanile, come quella presente a Pisa e guidata da Michele Emdin".


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