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Attualità giovedì 22 aprile 2021 ore 13:07

Da opera proibita a simbolo della città di Firenze

L'Uomo comune di Clet, ritenuto opera proibita, è finito sui profili social del Comune di Firenze e della Camera di Commercio come simbolo della città



FIRENZE — Una straordinaria parabola quella de L'Uomo comune, l'opera dell'artista Clet Abraham installata sul Ponte alle Grazie, da opera proibita è diventata un simbolo della città.

Promofirenze della Camera di Commercio di Firenze ne ha fatto il simbolo della campagna "Restart" ed il Comune di Firenze ha pubblicato su Instagram "Buongiorno Firenze" taggando persino l'Unesco. Una sorpresa inaspettata nel continuo braccio di ferro tra l'artista e le istituzioni.

L'opera è stata più volte rimossa e l'artista è stato condannato a pagare una multa salata e poi è stato assolto in appello per la sua installazione non autorizzata. Nel mondo della cultura è diventato uno scontro appassionante tra il piccolo artista ed il gigante delle istituzioni.

Oggi a sorpresa l'Uomo comune diventa un simbolo della città di Firenze e rilanciato sui social istituzionali ha raccolto numerosi "mi piace".

L'opera proibita

La scultura è apparsa per la prima volta nel Gennaio del 2011 suscitando curiosità, apprezzamento e dissenso come capita ad ogni installazione contemporanea sul suolo fiorentino. L'opera fu rimossa.

Nell'estate del 2013 Clet ci ha riprovato ma il caso è finito in procura a causa del vincolo paesaggistico e la mancanza di autorizzazione.

Nella primavera del 2016 Clet torna sul Ponte alle Grazie ma stavolta l'installazione dura meno del solito e già in estate viene rimossa.

Clet è stato condannato in primo grado a pagare una multa di 10mila euro e poi è stato assolto in appello con la formula "il fatto non sussiste". 

Nel Febbraio 2021 l'opera è tornata riscuotendo un grande successo come vi abbiamo raccontato su QUInewsFirenze.

L'epilogo

Non è dato sapere quanto durerà questo idillio. Sul Ponte alle Grazie è in corso uno studio urbanistico per l'allestimento di casette di legno sulle pigne, una operazione di recupero che riporterebbe il ponte indietro nel tempo avvicinandolo alla funzione commerciale del Ponte Vecchio.


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