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sabato 12 ottobre 2024

LA DAMA A SCACCHI — il Blog di Carlo Belciani

Carlo Belciani

Appassionato dei giochi della mente, la DAMA e gli SCACCHI, con un po' di conoscenza della teoria e di pratica agonistica. Fa parte di quella metà degli italiani che come rivela un’indagine Doxa conosce ed ha giocato almeno una volta in vita sua a dama.

Regole e curiosità

di Carlo Belciani - martedì 13 ottobre 2020 ore 07:30

La dama soffiata

I giochi della dama e degli scacchi hanno origini antichissime e sono conosciuti per essere interamente affidati e decisi dall’abilità dei giocatori. La fortuna non vi ha parte, infatti è del tutto ininfluente nell’arco di una partita o con un minimo di partite. Questa caratteristica li rende inadatti come giochi d’azzardo e dall’avere una posta in denaro nelle sfide private, escludendo il premio dei tornei; non per niente sono proposti e utilizzati nel contrasto alle ludopatie, oltre a essere raccomandati per il valore educativo e l’incremento allo sviluppo di alcune capacità.

Un tempo la dama era più popolare per le regole più semplici e la facilità di recuperare il materiale occorrente, oggi con internet le cose sono diverse e gli scacchi hanno perso l’alone di aristocraticità. Hanno in comune la scacchiera antico simbolo del teatro delle vicende umane, terreno di scontro, unione degli opposti: il bianco e il nero, espressione del dualismo luce/tenebra, maschio/femmina, ecc. Un luogo comune del tutto infondato considera la dama “il parente povero” degli scacchi e un gioco per bambini rispetto all’altro più prestigioso e intellettuale: il fatto che sia più adatto per i bambini non significa che non possa essere giocato a livelli di complessità pari agli scacchi, almeno sul piano qualitativo per profondità di analisi e numero delle varianti.

Dobbiamo qui dare per conosciute le regole e la scrittura dei due giochi. Esse sono facilmente reperibili on line alle voci regolamento, posizionamento dei pezzi e trascrizione delle partite. Sono indispensabili. Alcuni aspetti sono trascurati e appresi in modo approssimativo: ad esempio le regole di presa nella dama, l’orientamento della scacchiera/damiera, alcune regole “minori”, ecc. 

A proposito del regolamento ricordiamo alcune curiosità degne di nota. In internet non troverete la risposta ad alcuni dubbi, perché sono elencate le mosse lecite e non quelle illegali. Un errore frequente nella dama è il soffio. Esso veniva effettuato quando il giocatore non catturava un pezzo e consisteva nel togliere quel pezzo che avrebbe dovuto compiere la presa. Il soffio è stato abolito dalla Federazione Italiana Dama nel 1934. Negli scacchi alcuni, avendo frainteso la regola, iniziano la partita muovendo due pedoni contemporaneamente, invece è lasciata la scelta tra muovere il pedone, dalla posizione di partenza, di una o di due case. 

Una curiosità che pochi conoscono concerne l’arrocco. Esso è possibile quando il Re e la Torre non sono mai stati mossi, il Re non è sotto scacco, nessun pezzo avversario domina case di passaggio e di arrivo del Re e ovviamente il percorso è libero. Il regolamento stesso non prevedeva una situazione particolare e si è dovuto integrare. Solo nel 1972 la Federazione Internazionale degli scacchi ha modificato il regolamento per impedire l’arrocco verticale. Si tratta di una stravaganza, difficilmente utilizzabile in una partita del gioco vivo, è un arrocco (mossa trascritta con 0-0-0-0 per distinguerla dall’arrocco corto, 0-0, e da quello lungo, 0-0-0) con la torre ottenuta in seguito a una promozione sulla colonna e, la stessa del Re.

Collegabile al regolamento è lo scopo del gioco che in modo approssimativo e non corretto è individuato nell’idea di “mangiare” tutti i pezzi dell’avversario. In realtà questo non è lo scopo di nessuno dei due giochi; anche se nella pratica, catturare anche solo un pedone o una pedina in più dell’altro, in molti casi o quasi sempre, è sufficiente per la vittoria. Negli scacchi l’obiettivo è lo scacco matto, come tutti sanno, ed è l’impossibilità per il Re di sfuggire alla cattura (che non avviene mai!) alla mossa successiva e può verificarsi in condizioni di grande inferiorità materiale del partito vincente. Nella dama la vittoria è dovuta all’impossibilità di muovere da parte di un colore o per esaurimento di pezzi o per chiusura. Si può addirittura vincere senza aver catturato nemmeno un solo pezzo all’avversario. 

Ecco la partita simmetrica, nella quale cioè il nero ripete, "copia", le mosse del Bianco, che si conclude con tale situazione: 22-19, 11-14; 24-20, 9-13; 20-15, 13-18; 21-17, 12-16; 28-24, 5-9; 26-21, 7-12; 24-20, 9-13; 29-26, 4-7; 26-22 ?? perde inesorabilmente da 7-11; ora non è più possibile effettuare un cambio liberatorio e il Bianco resterà senza mosse col Nero che è paradossalmente “obbligato” a vincere 32-28, 1-5; 28-24, 5-9; 31-28, 2-5; 30-26, 3-7 il Nero vince (mosse diverse invertono solo l’ordine ma non mutano la posizione finale) dopo tredici fatidiche mosse, ma la partita era persa alla 9°, tocca al Bianco che non ha mosse a disposizione.

Negli scacchi invece se uno dei colori non ha la possibilità di muovere il risultato è pari: è lo stallo da cui deve guardarsi il partito che insegue la vittoria detenendo la superiorità dei pezzi.Per concludere ricordiamo che il risultato "normale" della partita, sia di scacchi, sia di dama, sarebbe il pareggio: infatti se non sono commessi errori non è possibile né sconfitta, né vittoria. Tra noi "mortali" vince chi commette il penultimo errore, tra i campioni perde chi fa il primo errore (di solito).

Carlo Belciani

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