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Attualità martedì 17 dicembre 2024 ore 09:10

Punti d'intervento rapido per la sanità non d'emergenza

infermiera

Pensati per alleggerire i pronto soccorso dalle prestazioni non emergenziali, i Pir hanno avviato la sperimentazione. Luoghi e ticket



TOSCANA — Sei strutture con modalità di accesso diverse in 5 città dell’Asl Toscana Centro, 200 persone già assistite, 54 medici di continuità assistenziale coinvolti e 21 infermieri assunti specificatamente: sono i primi numeri dei Pir, punti di intervento rapido per prestazioni sanitarie non d'emergenza la cui sperimentazione è stata avviata da un paio di settimane. Tra 6 mesi in Regione saranno tirate le somme, con l'obiettivo di estendere il servizio ad altre realtà della Toscana.

Nei punti di accesso rapido presso le Case di comunità la prestazione sarà gratuita. Nei Pir presso gli ospedali varrano le regole dei pronto soccorso: in assenza di particolari esenzioni o soccorsi a seguito di traumi o avvelenamento si pagherà un ticket di 25 euro.

I Pir sono pensati per offrire una risposta ai bisogni sanitari non di emergenza dei cittadini e provare anche a decongestionare gli afflussi impropri ai pronto soccorso. Tre modelli da testare, che sono poi quelli più diffusi e di cui si discute ad oggi in Italia, dove opereranno medici della continuità assistenziale e infermieri in rete con il personale del dipartimento emergenza urgenza del presidio ospedaliero, con i medici del dipartimento cure primarie e le centrali operative territoriali e i medici di medicina generale. 

I sanitari avranno a disposizione apparecchi per la misurazione dei valori di emoglobina, glicemia, elettroliti ed altri valori del sangue, strumenti per test rapidi, farmaci, un elettrocardiografo connesso in rete e un ecografo.

La conferenza stampa di presentazione dei Pir. Al centro il presidente Giani e l'assessore Bezzini

La conferenza stampa di presentazione dei Pir. Al centro il presidente Giani e l'assessore Bezzini

Lo scorso maggio l’Asl Toscana Centro era stata incaricata di progettare l’architettura del nuovo servizio, ed ora la sperimentazione è partita.

Tre modelli diversi

La prima tipologia di Pir tenuti a battesimo sono gli ambulatori ‘da città’, aperti per 12 ore al giorno e per il momento solo cinque giorni a settimana: da lunedì al venerdì dalle 8 alle 20. Saranno attivi presso le Case di comunità dei centri più popolati. Saranno sperimentati alle Piagge a Firenze, nell’Empolese presso la casa di comunità di Sovigliana a Vinci, a Pistoia alla casa di comunità Il Ceppo e a Prato nella casa di comunità Centro Est. 

Non ci si potrà presentare direttamente ma si accederà su indicazione del medico di famiglia o dell’116117, che potrà essere chiamato anche nelle ore diurne. E’ consigliato in ogni caso passare dal medico di famiglia, che ben conosce la storia del paziente.

Il secondo modello di punto di intervento rapido testato, aperto sempre dalle 8 alle 20 ma per 7 giorni a settimana, è quello collocato in prossimità del pronto soccorso dell’ospedale Nuovo San Giovanni di Dio a Torregalli tra Firenze e Scandicci, a cui l’infermiere del triage indirizzerà le persone che presentano codici minori e situazioni di lieve entità. Si passa dunque dal pronto soccorso oppure su indicazione del medico di famiglia o dell’116117.

Il terzo tipo di Pir da sperimentare è quello già attivo presso l’ospedale Serristori di Figline Valdarno: di fatto si tratta di un’implementazione del centro medico avanzato già operativo con buoni risultati da diversi mesi e vi si potrà accedere anche direttamente, 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20.

“L’idea della sperimentazione è venuta proprio dall’esperienza maturata nel centro medico avanzato di Figline – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Partiamo con 6 strutture, ma chiaramente l’obiettivo è di estendere il servizio a tutta la Toscana”. 

“I Pir – prosegue - sono destinati a rivoluzionare l’accesso al sistema sanitario per i bisogni urgenti non di emergenza, in modo complementare ai pronto soccorso. Abbiamo differenziato le corsie di ingresso, creando luoghi separati per la gestione dei codici minori. Una rivoluzione che ci attendiamo possa contenere le pressioni sui pronto soccorso”.

Gli obiettivi

I Pir territoriali avranno la funzione di garantire l’accessibilità e la tempestività delle cure e la continuità dei percorsi assistenziali. Aiuteranno la presa in carico, con un effetto a cascata atteso, non marginale, sui pronto soccorso visto che il 40-42% degli accessi è costituito proprio dai codici minori, di cui metà da persone che si autopresentano: cittadini, spiega il direttore della sanità toscana Federico Gelli, che vanno a volte al pronto soccorso per un’errata percezione della propria situazione, per comodità di accesso e magari anche per superare le liste di attesa di talune prestazioni.

“Dopo una prima fase di rodaggio nei primi giorni di Dicembre, la sperimentazione sta marciando a regime – spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Il nostro obiettivo è evitare accessi impropri e sovraccarichi di pressione nei pronto soccorso, ma anche offrire una risposta in tempi brevi ai cittadini per piccole situazioni di sofferenza sanitaria”.

“Moltiplicando i punti di accesso a volte si moltiplica anche la domanda – riflette l’assessore, sollecitato da alcune domande dei giornalisti -.  Non a caso sperimentiamo tre modelli diversi di Pir. Vogliamo capire con la sperimentazione quali e in quali casi siano da preferire, per poi replicare il servizio in maniera più capillare nel resto della regione”.

Nei punti di accesso rapido saranno prese in carico persone che presentano situazioni non gravi, ad esempio otiti, sinusite, stipsi e diarrea, ma anche ferite superficiali non da suturare, rimozione di punti di un precedente intervento o distorsioni muscolari e punture di insetti.

“I Pir – si sofferma Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg, sindacato dei medici di medicina generale - costituiscono un braccio di una riforma sanitaria notevolmente più ampia che, come medicina generale, stiamo trattando insieme alla Regione. Aiuteranno a decongestionare i pronto soccorso ma aiuteranno anche i medici di famiglia nel migliorare la presa in carico dei pazienti, grazie alla diagnostica di primo livello di cui sono dotati”.

“Delle 200 persone assistite in queste prime due settimane, un’ottantina si sono rivolte alla struttura di Figline, altrettanti a Torregalli e il resto nelle 4 case di comunità”, precisa numeri alla mano Valerio Mari, direttore generale dell’Asl Toscana Centro. “Per rispondere ai loro bisogni – aggiunge – abbiamo fatto anche nuove assunzioni”.


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